Virus sinciziale, arriva una nuova terapia per i più piccini

Il virus sinciziale colpisce in maniera grave soprattutto i bambini: presto potrebbe arrivare una terapia monoclonale per proteggere i più piccini.

Virus sinciziale
Foto Unsplash | Mufid Majnun

Il virus respiratorio sinciziale è una delle principali cause di raffreddori e malanni di stagione in grandi e piccini. Tuttavia, è nei neonati che colpisce in maniera più severa, provocando sintomi gravi. Molti bimbi sotto l’anno di età sono ricoverati ogni inverno per polmoniti e bronchioliti scatenate da questo virus, per il quale non esiste ancora un vaccino. Ma presto potrebbe arrivare una terapia monoclonale in grado di ridurre drasticamente i casi severi della malattia.

La nuova terapia contro il virus sinciziale

Mai come quest’anno si è vista la necessità di mettere a punto una terapia preventiva per proteggere i bambini dal virus sinciziale. A causa di una concomitanza di eventi, questo patogeno ha infatti colpito duramente i più piccini, scatenando l’allarme per l’enorme numero di ricoveri che si sono verificati in autunno. Il virus si diffonde normalmente durante la stagione fredda, provocando negli adulti e nei bambini più grandi soltanto sintomi respiratori non troppo gravi. È però nei neonati che si rivela molto pericoloso, perché causa insufficienza respiratoria e disidratazione.

Attualmente, in Italia è disponibile solamente una terapia monoclonale che viene somministrata in 5 dosi solo ai nati molto prematuri. Tuttavia, è emerso che il 93% dei ricoveri riguarda neonati senza fattori di rischio (come la prematurità). Da qui la necessità di individuare un anticorpo monoclonale che possa essere somministrato a tutti i bambini sotto una certa età – ovvero la fascia più a rischio. La novità arriva da Sanofi Pasteur, che sta studiando una terapia preventiva che ha già dato prova di grande efficacia.

Si tratta di un anticorpo monoclonale somministrabile in un’unica dose su tutta la popolazione pediatrica sotto i 12 mesi di vita. Durante la sperimentazione di fase 2, tale cura ha evidenziato un tasso di protezione del 78% dal rischio di ospedalizzazione. Risultati confermati dallo studio di fase 3, effettuato su circa 3.000 neonati. Tali dati verranno sottoposti all’EMA nel 2023 e, in caso di esito positivo, la terapia potrebbe essere autorizzata in Italia già nel 2024. Si tratta di una notizia molto positiva, che potrebbe diminuire notevolmente i ricoveri nei reparti pediatrici per virus sinciziale e proteggere la vita dei più piccini.