Articolo aggiornato il 27 Gennaio 2022
Se l’attenzione per l’aspetto fisico diventa maniacale, assumendo i contorni dell’ossessione, caratterizzata da allenamenti troppo intensivi e da accorgimenti nell’alimentazione davvero eccessivi, la voglia di migliorare il proprio fisico potrebbe essersi trasformata in vigoressia o complesso di Adone. Se dunque l’attività fisica costante è sana abitudine, quando è esasperata fino agli eccessi diventa una condizione patologica, nota appunto come vigoressia.
Una dipendenza dal fitness: le persone colpite da vigoressia trasformano la loro sana abitudine al movimento in una ossessiva ricerca della perfezione, che rischia di compromettere seriamente la loro salute fisica e psichica.
I soggetti più colpiti? Sicuramente gli uomini e, in particolare, quelli di età compresa tra i venticinque e i trentacinque anni. Non sono completamente immuni nemmeno le donne: più a rischio, soprattutto, le donne in carriera, dai trenta ai quarant’anni d’età.
Vigoressia: un disturbo complesso
Si tratta di una maniacale ricerca della perfezione fisica, sì, ma non solo. La vigoressia è un disturbo più complesso, dalle sfaccettature multiformi. Non è solo questione di apparire, di voglia di essere più belli: la vigoressia è la conseguenza di una serie di insicurezze e problemi psicologici, come scarsa autostima e senso di inadeguatezza. È come se la cura ossessiva del proprio corpo si trasformasse in una sorta di “rifugio” sicuro, una via per ritrovare la propria autostima, il proprio ruolo nell’ambiente circostante.
Quando le vittime di questa ricerca patologica della bellezza sono i più giovani, parte della responsabilità è da ricercare anche all’interno del nucleo famigliare. In molti contesti famigliari, oggi, complici la società consumistica e la filosofia dell’apparenza, a ogni costo, imperante, “regna sovrano” un vero e proprio culto del corpo, che può scatenare insicurezze e approcci all’attività fisica malsani.
Per riconoscere il problema, meglio imparare a non sottovalutare alcuni campanelli d’allarme: la palestra diventa un luogo da frequentare con frequenza preoccupante, ogni giorno; l’esercizio fisico diventa una necessità, una priorità, a discapito di altre attività, impegni o interessi; in mancanza di allenamento, si è colti da una sorta di tristezza; il corpo e l’esercizio fisico sono i protagonisti della vita, degli interessi e della maggior parte dei discorsi; anche la dieta segue la stessa direzione di eccessi e privazioni.
La vigoressia “svuota” progressivamente la persona colpita di ogni altro interesse, di ogni altra gioia o slancio per altre attività o obiettivi. La forma fisica, dai contorni dell’ossessione e della dipendenza patologica, è accompagnata da stati depressivi, e, complici la dieta scorretta e il sovra-allenamento, può causare la comparsa di problemi cardiovascolari e di disturbi al sistema nervoso.
Individuato il problema, la cura perfetta e sempre valida non esiste, ma si può ricorrere al sostegno specialistico di uno psicologo o di uno psichiatra, in grado di consigliare il percorso terapeutico più adatto al caso concreto.