Articolo aggiornato il 6 Giugno 2012
Demonizzati, discussi e “maltrattati” da genitori ed educatori: i videogiochi sono, da sempre, tra i migliori “amici” dei giovani, dei giovanissimi e dei bambini, ma, spesso, nemici giurati degli adulti che si occupano della loro crescita ed educazione, mamma e papà in testa. Ora, una nuova sperimentazione regala nuova dignità ai giochi elettronici, premiandoli come alleati utili per migliorare l’apprendimento dei piccoli studenti con particolari necessità educative, affetti da deficit intellettivo.
Stimolare il cervello ad apprendere, anche a colpi di joystick e partite ai videogiochi: ecco quanto emerso nel corso della ricerca, condotta da un team di esperti della Universidad de Alcala e della Universidad Nacional de Educacion a Distancia (UNED), in collaborazione con la società Electronic Arts (EA).
Sono alleati insospettabili, quanto efficaci, per migliorare l’apprendimento degli studenti che hanno maggior difficoltà, a causa di un deficit intellettivo: secondo la sperimentazione spagnola, condotta negli istituti La Canada e Manuel de Falla di Coslada (Comunità di Madrid), i videogiochi possono aggiudicarsi, a pieno titolo, il ruolo di strumenti educativi.
Nel corso dello studio iberico, è emerso che l’utilizzo durante le lezioni agli studenti in aula di strumenti diversi da quelli didattici tradizionali, da quelli solitamente, per definizione, destinati all’apprendimento, come i videogiochi, può essere un’ottima alternativa. Una valida opzione educativa, soprattutto, per i giovani affetti da deficit intellettivo.
Rompere gli schemi tradizionali della lezione in aula, inserendo elementi estranei, come i videogiochi, è stato percepito come un elemento motivante, in grado di garantire un apprendimento più autentico. Gli studenti si lasciano coinvolgere maggiormente dallo strumento tecnologico, traendone stimoli e incentivi nuovi.
Migliorano la capacità di apprendimento, negli studenti con maggiori difficoltà, ma non solo. Se sfruttati nel modo corretto, i videogiochi, sfida dopo sfida, favoriscono l’incremento della capacità decisionale e dell’autonomia.
“I videogiochi sono uno strumento che si adatta perfettamente ai ritmi di ciascuno. Questi bambini prendono poche decisioni autonome durante la loro vita perché viene costantemente detto loro cosa fare, ma con questi strumenti decidono in completa autonomia e soprattutto se prendono una decisione sbagliata non accade nulla, perché le conseguenze non vanno oltre il gioco” hanno sottolineato gli autori della sperimentazione iberica.