Per combattere la guerra al coronavirus l’Italia sta cercando di usare tutte le armi possibili per riuscire a tornare quanto prima alla normalità, pur tutelando la salute dei cittadini. Seguire le regole sul distanziamento sociale e le misure di quarantena già previste da diverse settimane su tutto il territorio nazionale non basta per allontanare definitivamente lo spettro di nuovi contagi. Il Covid-19 resta un nemico invisibile ma molto insidioso per tutta la popolazione. Ed è soprattutto il cosiddetto contagio di ritorno a preoccupare gli esperti, che restano alla ricerca di nuove armi per prevenire situazioni ben più allarmanti di quelle che il nostro Paese sta già vivendo. Allo studio ci sono diverse soluzioni, come le app per mappare i contagi da coronavirus.
L’importanza di monitorare i contagi da coronavirus
Insistere sulla quarantena per arginare la diffusione del coronavirus è importante e ancora necessario. Ma il Governo ha deciso anche di affrontare il tema in chiave di prevenzione di un ulteriore diffondersi dell’epidemia e di tutela della popolazione. Il tutto affidandosi alle nuove tecnologie, seguendo in un certo modo il modello Coreano. Così il Ministero per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Università e Ricerca, insieme a Invitalia, hanno lanciato un bando per trovare soluzioni adatte a monitorare i contagi.
Che il Covid-19 vada seguito e mappato è quanto sostenuto da diversi esperti. È per questo che il Governo ha deciso di affidarsi anche alla tecnologia per ottenere un’arma più efficace per arginarlo definitivamente e fermare sul serio nuovi contagi del coronavirus e la pericolosa “ondata di ritorno”.
Una tra i primi a proporre una soluzione è stata la società Vetrya che ha presentato il suo progetto. Si tratta di un’app dal nome PJ19 che serve a raccogliere su una piattaforma le informazioni utili a mappare i contagi e ad analizzare con precisione i dati immagazzinati. La finalità è ovviamente fornire alle strutture competenti i dati sull’andamento del Covid-19 sempre garantendo le esigenze di privacy di ciascuno, ma con l’obiettivo importantissimo della tutela della salute di tutti tramite azioni mirate al contenimento dell’epidemia.
Il progetto Pj19, che verrà eventualmente donato gratuitamente dal Gruppo Vetrya al Governo italiano, nasce da un’attenta analisi delle reali esigenze delle strutture sanitarie, di sicurezza nazionale e di monitoraggio della diffusione del Covid-19 da parte della Protezione Civile. Luca Tomassini, amministratore delegato della società Vetrya che ha messo a punto PJ19, è intervenuto per chiarire come funziona il sistema di monitoraggio per contrastare la diffusione del Covid-19. Ma ha anche spiegato perché possiamo ritenerla del tutto sicura in riferimento a possibili violazioni di diritti costituzionali e di privacy.
Come funziona l’app PJ19 di Vetrya
L’app si scarica su base volontaria sullo smartphone, gli operatori telefonici non avranno accesso alle informazioni e l’utente non dovrà, in pratica, fare niente tutto sarà automatico. I dati raccolti tramite smartphone o braccialetto bluetooth verranno analizzati dall’applicazione per capire meglio come si muove il virus e quindi come combatterlo con più efficacia impedendogli di contagiare altre persone. Il cuore del sistema è proprio la piattaforma di analisi delle correlazioni.
“Si tratta di una soluzione tecnologica per intero frutto delle competenze italiane che si avvale del supporto del CNIT (il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni che consorzia 37 università italiane) e 8 unità di ricerca presso il nostro CNR. Questa soluzione intende tutelare nel migliore dei modi il rispetto della privacy e le esigenze di protezione dei dati degli italiani”, ha infatti affermato il Ceo di Vetrya.
Il funzionamento di PJ19 è piuttosto semplice, utilizzerà gli smartphone sui quali è stata scaricata la app e tramite un sistema di geolocalizzazione e mapping basato sull’Intelligenza Artificiale (IA) ricaverà dati sulle correlazioni tra individui in tempo reale. Tali dati saranno poi forniti alle strutture competenti per monitorare l’andamento del Covid-19 e trovare così le soluzioni migliori per arginare l’epidemia. Si potranno ad esempio mettere in atto campagne a tappeto di tamponi o adottare misure di contenimento in caso di positività o di potenziale positività al virus.
La privacy degli utenti sarà garantita grazie ad utilizzo di identificativi digitali. La garanzia della gestione dei dati sarà offerta da SOGEI, la Società di Information Technology di proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il diritto alla privacy è garantito
Lo scopo è tutelare le persone da possibili nuovi contagi da coronavirus per poter riportare l’Italia a livelli di vita normali più velocemente possibile, pur garantendo il diritto alla privacy di ciascuno. Lo stesso Tomassini è intervenuto sull’argomento, chiarendo: “È fondamentale che tutti i dati devono essere raccolti e custoditi in mani affidabili e pubbliche, ed oggi queste caratteristiche possono essere rappresentate solo da Sogei, la società del Ministero dell’Economia e delle Finanze che rappresenta un polo di eccellenza tecnologica e che custodisce già̀ i dati di 60 milioni di cittadini italiani”.
Anche il garante per la privacy Antonello Soro si è già espresso in proposito all’emergenza sanitaria che stiamo vivendo in Italia e al tema dei dati personali: “L’interesse collettivo è prioritario. Tanti di noi hanno già consegnato le proprie vite a Facebook, a Google e a ogni altro social: conoscono i nostri gusti, le abitudini, la composizione familiare, dove andiamo in vacanza e persino dove sogniamo di andare”. Via libera, quindi, alle app per monitorare e combattere più efficacemente la diffusione del coronavirus.
D’altronde, come ha sottolineato anche Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute e rappresentante italiano all’Oms, l’uso di tecnologie utili per la prevenzione, la diagnostica e il monitoraggio del coronavirus non è da considerare un tabù, ma una scelta possibile e necessaria. Sempre nel rispetto della privacy di tutti i cittadini.