La variante delta continua a preoccupare. Infatti, nonostante un calo generale dei casi grazie ai vaccini, anche in Italia si sta diffondendo sempre più velocemente a causa della sua aggressività.
In una circolare emessa dal Ministero della Salute e firmata dal direttore generale della prevenzione sanitaria Gianni Rezza in merito proprio all’argomento varianti, si legge che a livello mondiale, rientra in quelle che destano maggior preoccupazione secondo i criteri definiti dall’OMS. Inoltre, risulta tra il 40 e il 60% più trasmissibile rispetto alla variante Alfa, precedentemente nota come variante inglese.
È stato rilevato che chi ha ricevuto esclusivamente una dose di vaccino (generalmente i più giovani) non è sufficientemente coperto contro questa variante, cosa che invece accade in chi ha completato il ciclo vaccinale: è stato osservato che in quest’ultimo caso, la protezione è uguale a quella per la l’alfa, attualmente la più diffusa. Nella classificazione che si legge nella circolare, chi ha ricevuto due dosi rientra nella fascia di bassa probabilità di contrarla, alta e molto alta invece chi ha ricevuto solo una dose, le persone fragili e i non vaccinati.
Il Ministero si raccomanda con questa circolare inviata agli organi competenti, di continuare a monitorare l’evoluzione della delta, ancor più fondamentale alla luce del monitoraggio e delle segnalazioni del Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19 dell’ISS, secondo il quale la percentuale dei casi di variante indiana, ovvero il nome con cui era precedentemente chiamata, sono passati dal 4,2% di maggio al 16,8 di giugno: di fatto, è quadruplicata la percentuale dei casi. Il 74,9% dei casi però è ancora legato alla variante alfa ma bisogna prestare moltissima attenzione alla pericolosità della Delta e proseguire con la campagna vaccinale per evitare che questa percentuale salga e possano crearsi focolai pericolosi.
Per quanto riguarda le altre varianti, le percentuali sono piuttosto basse: per esempio, la variante gamma, precedentemente nota come brasiliana, è concentrata soprattutto nelle regioni del Centro e corrisponde al 6,5% dei casi totali, mentre la variante kappa è ancora sotto controllo.