La sottovariante BA.2.75 di Omicron, chiamata anche,«Centaurus», isolata per la prima volta in India e poi diffusasi in USA, è arrivata anche in Italia.
Nemmeno il tempo di uscire da una tremenda ondata di Covid-19 variante Omicron 5 che, inaspettatamente, ha causato milioni di infetti, durante questa estate, che ci ritroviamo già alle prese con una nuova variante. Scendiamo nei dettagli.
Sottovariante Covid-19 “Centaurus”, nuove chiusure in autunno?
L’arrivo di Centaurus non promette nulla di buono, anzi fa temere una nuova ondata in autunno. La sottovariante BA.2.75 preoccupa soprattutto per la sua facilissima trasmissibilità.
Secondo la banca dati NextStrain, Centaurus potrebbe essere 13 volte più veloce nella diffusione rispetto a Omicron 5. In poche settimane la nuova variante è arrivata in Italia, nel Regno Unito, Usa, Giappone, Canada, Australia, Nuova Zelanda, e altre parti d’Europa. Vista la sua maggiore contagiosità, è normale aspettarsi che intorno ad ottobre diventi la variante Covid dominante.
Cosa faranno i governi non ci è dato saperlo attualmente. Probabilmente ci saranno nuove chiusure, nuovi lockdown, nuovi green pass. Oppure si imparerà a convivere con il virus.
Che dire della pericolosità della variante Centaurus?
Secondo il Dottor Bassetti, BA.2.75 è una sotto variante di Omicron 2. Dai dati attualmente disponibili, questo virus non sembra causare la malattia grave. Ecco perché non dovremmo allarmarci, perché non si parla di sintomi gravi e respiratori.
I ricercatori dell’Imperial College di Londra pensano che questa nuova variante sostituirà Omicron 5 entro ottobre.
Arrivano rassicurazioni anche dalla dottoressa Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano.
La dottoressa ha dichiarato all’Adnkronos che questa variante, nonostante la maggiore contagiosità, sembra addirittura meno patogena, dunque meno pericolosa e con meno sintomi.
Secondo la dottoressa possiamo stare molto tranquilli, questo non è altro che lo “sciame” che il virus utilizza per adattarsi al diventare “endemico”.