Inizialmente previsto a 21 giorni di distanza, il richiamo per il vaccino Pfizer potrebbe essere fissato a circa tre mesi dalla prima somministrazione. Il governo prende in considerazione una possibile dilatazione delle tempistiche tra prima e seconda dose, alla luce di nuovi dati scientifici, attualmente in via di pubblicazione, su una prestigiosa rivista scientifica.
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Vaccino Pfizer, efficacia tripla dopo tre mesi
Secondo quanto si apprende, il vaccino Pfizer, se somministrato a tre mesi dalla prima dose, avrebbe una risposta immunologica tripla rispetto all’intervallo di 21 giorni previsto inizialmente, specialmente nei soggetti più anziani. Intanto il comitato per i medicinali dell’Ema ha esteso il periodo di conservazione della fiala scongelata del vaccino Pfizer/BioNtech, da cinque giorni a un mese, se conservata a 2-8 ° C. Anche l’estensione del periodo di conservazione è stata approvata in seguito a ulteriori studi sulla stabilità del siero.
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Maggiore flessibilità su tempi di conservazione e somministrazione
“Si prevede che una maggiore flessibilità nella conservazione e nella manipolazione del vaccino avrà un impatto significativo sulla pianificazione e la logistica“. Così si legge nella nota diramata dall’Agenzia regolatoria europea. Le modifiche descritte saranno incluse nelle informazioni pubblicamente disponibili sul vaccino e anche il bugiardino del prodotto sarà aggiornato. “L’Ema è in dialogo continuo con le case farmaceutiche produttrici dei vaccini Covid-19” in merito ai possibili miglioramenti che le aziende stanno mettendo a punto per la produzione e la distribuzione di questi farmaci in Europa.
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Locatelli: “Il prolungamento non inficia l’efficacia”
Già nei giorni scorsi, il Ministero della Salute aveva raccomandato un prolungamento dell’intervallo di tempo per il richiamo di Pfizer e Moderna. L’obiettivo è quello di ampliare la platea dei cittadini che hanno ricevuto almeno una dose. Sul tema sono intervenute anche le autorità scientifiche nazionali ed europee, tra cui Franco Locatelli. “L’intervallo tra la prima e la seconda somministrazione prolungato alla sesta settimana, quindi ai 42 giorni, non inficia minimamente l’efficacia dell’immunizzazione e ci permette di somministrare molte più dosi di vaccino“, ha spiegato il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico.