Presto avremo un’arma in più per combattere il Covid: si tratta del vaccino Novavax, sviluppato dall’omonima azienda farmaceutica statunitense e autorizzato per la prima volta in Indonesia. Gli studi al suo riguardo mostrano risultati promettenti, d’altronde la tecnologia utilizzata nella sua produzione è già stata ampiamente sperimentata. Vediamo nel dettaglio come funziona questo nuovo vaccino e quando potrebbe arrivare in Italia.
Vaccino Novavax, cos’è
Novavax è stato prodotto dal Serum Institute of India che, oltre ad essere la principale azienda di vaccini al mondo, ha “in catalogo” anche AstraZeneca. Questo nuovo vaccino avrebbe dovuto fare il suo ingresso sul mercato già alcuni mesi fa, ma ci sono stati alcuni ritardi che ne hanno obbligato lo slittamento. Ora ha ottenuto il suo primo via libera, con l’approvazione per l’uso in Indonesia.
L’azienda ha già chiesto l’autorizzazione anche ad altri Paesi, tra cui l’India, le Filippine, la Gran Bretagna e il Canada. Il passo successivo consisterà nel sottoporre l’intera documentazione su questo vaccino all’Oms, all’Ema e alla Fda, per ottenere il permesso di distribuzione in gran parte del mondo. Se questo procedimento dovesse andare a buon fine, è probabile che già il prossimo anno anche l’Unione Europea inizierà ad utilizzare il Novavax, accanto agli altri quattro vaccini attualmente autorizzati – Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson & Johnson.
Novavax, come funziona
Novavax si basa sulla tecnologia delle proteine ricombinanti, già ampiamente studiata e utilizzata in altri vaccini come quelli contro l’epatite B, il meningococco B, l’herpes zoster e l’Hpv. Vaccini somministrati anche ai neonati, proprio per il loro elevato profilo di sicurezza. Per sviluppare il Novavax, gli scienziati hanno analizzato una specifica sequenza dell’Rna del virus. Da questa, hanno realizzato in laboratorio delle proteine spike artificiali dalla particolare caratteristica. Queste molecole, una volta iniettate nell’organismo, sono in grado di assemblarsi per formare particelle simil-virali, ovvero quasi identiche a quelle del Covid.
Queste molecole stimolano la risposta immunitaria dell’organismo, che attiva i linfociti T e B, dando subito vita alla produzione di anticorpi contro il Coronavirus. NVX-CoV2373 (questo il nome tecnico del Novavax) è dunque composto da proteine spike ricombinanti mescolate ad un adiuvante a base di saponina. È molto interessante notare che il vaccino non contiene il virus ma solo una sua proteina, che non può replicarsi né causare la malattia. Insomma, è molto sicuro e presenta pochissimi effetti collaterali di lieve rilievo.
L’efficacia del nuovo vaccino
Diverse indagini hanno già evidenziato un’elevata efficacia, per quanto riguarda Novavax. Una ricerca condotta negli Stati Uniti e in Messico su oltre 30mila volontari ha portato alla luce una protezione del 100% contro la malattia moderata e grave, e una protezione generale del 90,4%. Lo studio conclusivo, pubblicato sul new England Journal of Medicine, conferma questi ottimi risultati. Il vaccino ha un’efficacia del 96,4% contro il ceppo originario del virus, dell’86,3% contro la variante Alfa e dell’89,7% in generale. Resta ora da capire quali saranno i suoi effetti contro la variante Delta.
I risultati di Novavax sono sostanzialmente paragonabili a quelli ottenuti dai vaccini a mRna (il Pfizer e il Moderna). Tuttavia, questo presenta minori effetti collaterali: i volontari che ne hanno riscontrati hanno segnalato principalmente mal di testa, affaticamento e altri sintomi lievi.