Nella giornata di ieri, lunedì 12 aprile, il ministro della Salute Roberto Speranza ha parlato di due importanti novità. La prima riguarda la somministrazione della seconda dose dei vaccini Pfizer e Moderna, mentre la seconda gli over 60. Questi ultimi, infatti, potranno recarsi negli hub vaccinali, senza prenotazione, per la somministrazione del vaccino anti Covid. Questa, secondo quanto spiegato dal ministro, avverrà grazie alle dosi rimaste dalla giornata.
Pfizer e Moderna, seconda dose non oltre i 42 giorni
Per quanto riguarda la prima novità, l’intervallo più lungo per la somministrazione dei vaccini Pfizer e Moderna, è stata ribadita dall’Aifa. La commissione scientifica, infatti, ha spiegato che l’intervallo ottimale tra le dosi “è rispettivamente di 21 giorni per il vaccino di Pfizer-BioNTech e di 28 per quello di Moderna. Qualora tuttavia si rendesse necessario dilazionare di alcuni giorni la seconda dose, non è possibile superare in ogni caso l’intervallo di 42 giorni per entrambi i vaccini a mRNA”.
Il parere del Cts
L’Aifa ha spiegato che per ottenere una protezione ottimale contro Covid-19 è necessario completare il ciclo di vaccinazione con la seconda dose. Questo è emerso attraverso l’allegato presente nella nuova circolare del ministero della Salute “Valutazione anti Sars-coV-2”.
Inoltre, alla circolare è allegato il parere del Cts. In esso si legge che “valutata la richiesta pervenuta dal Commissario Straordinario per l’emergenza Covid-19 in merito alla possibilità di estendere l’intervallo temporale tra la prima e la seconda somministrazione dei vaccini a mRNA, il Cts ribadisce che l’intervallo ottimale tra le dosi, rispettivamente di 21 giorni per il vaccino Pfizer e di 28 per quello di Moderna”. Inoltre, si legge: “Qualora tuttavia si rendesse necessario dilazionare di alcuni giorni la seconda dose, la Commissione precisa che, in accordo con quanto scritto in RCP e con quanto già dichiarato dall’Oms, non è possibile superare in ogni caso l’intervallo di 42 giorni per entrambi i vaccini a mRNA”.
Questo, quindi, è quanto emerso attraverso l’ultima circolare del ministero. Il parere del Cts è firmato da Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, e trasmessa ad associazioni, enti e Regioni.