La barca a vela potrebbe rivelarsi un’ottima terapia per i disabili psichici e motori. Il fatto che ogni partecipante abbia un ruolo di primo piano nella gestione pratica della barca, gli permette di assumersi delle responsabilità. Cosa che risulta essere molto efficace nel caso di ragazzi difficili con problemi di integrazione sociale ma non solo.
La velaterapia è nata proprio come progetto di reinserimento sociale per ragazzi difficili. Decidere di trascorrere una settimana in barca a vela consente di imparare a convivere e condividere con i proprio compagni di avventura tutto ciò che si ha intorno. Oggetti quotidiani, spazi, sensazioni, emozioni. La barca a vela diventa una società in miniatura in cui c’è un leader e si hanno dei compiti da svolgere. Questa situazione esistenziale ha il duplice scopo di consentire a ragazzi socialmente difficili di rientrare in regole precise a cui far riferimento e a disabili motori di dimostrare il proprio valore a prescindere dalla disabilità.
La barca, quindi, si trasforma in una piccola comunità in cui riuscire a progredire nella propria crescita personale. I ragazzi più piccoli possono vivere in modo entusiasmante il passaggio dall’infanzia all’adolescenza mentre quelli più grandi possono imparare qualcosa che non rientra nella quotidianità. Per esempio come governare una barca, cucinare, mettere in ordine, o anche aggiustare un motore. Dietro tutte queste attività si nasconde il vero obiettivo di una vacanza in barca a vela: maturare dal punto di vista psicologico e sociale. Imparare a mettersi in gioco senza pregiudizi e a gestire il proprio ruolo nella società.
Vacanze: la barca a vela come terapia
La barca a vela potrebbe rivelarsi un'ottima terapia per i disabili psichici e motori
