Un esame del sangue potrà prevedere quando si entra in travaglio

È quanto emerge da uno studio dei ricercatori della Stanford University School of Medicine, che ha evidenziato una serie di cambiamenti immunitari e biologici in fase di pre-parto

donna in dolce attesa
Foto Pexels / Andre Furtado

Una nuova modalità per prevedere quando una donna entrerà in travaglio, analizzando semplicemente un campione di sangue. Questo è quanto emerso, per la prima volta, da una ricerca condotta dagli studiosi della Stanford University School of Medicine, i cui risultati sono stati poi pubblicati sulla rivista Science Translational Medicine.

I risultati dello studio per prevedere il travaglio

Lo studio, che potrà essere validato una volta applicato su un numero più ampio di pazienti, è riuscito a far luce su come ha origine il travaglio, un processo biologico che fino ad oggi era stato indagato senza troppo successo, e ha gettato poi le basi affinché un esame del sangue possa far conoscere alle donne quanto siano prossime al momento del parto.

Le stime attuali, hanno detto gli studiosi, sono piuttosto imprecise e riguardano un periodo di cinque settimane: più o meno tre prima e due dopo la data presunta rispetto alla fine della gestazione. Ma grazie a questa indagine, i ricercatori, hanno scoperto che circa tre settimane prima del travaglio, “il corpo di una donna incinta entra in una fase di pre-parto caratterizzata da cambiamenti nei segnali immunitari, ormonali e della coagulazione del sangue”. Quindi, il metodo restringe l’arco temporale di circa due settimane con la speranza, secondo i ricercatori, che tale tempistica possa diventare ancora più precisa, a mano a mano che la tecnica verrà perfezionata.

Come cambiano i valori del sangue

“Abbiamo riscontrato una transizione dalla fase di gravidanza in corso a una fase di pre-parto che avviene da 2 a 4 settimane prima che la madre vada in travaglio” ha dichiarato Ina Stelzer, tra gli autori del lavoro di ricerca. “Identificando un nuovo modo di utilizzare il sangue materno per prevedere quando accadrà”, ha poi concluso.

Più nello specifico, per giungere a queste conclusioni, gli studiosi della Stanford University hanno monitorato 63 donne nel corso dei loro ultimi 100 giorni di gravidanza, analizzando dei campioni di sangue due o tre volte prima del parto. Tutte le partecipanti allo studio sono entrate in travaglio spontaneamente e ogni campione di sangue è stato analizzato rilevando 7.142 caratteristiche immunitarie metaboliche, proteiche e unicellulari.

Come riferito dagli studiosi, quando le donne sono passate alla fase di pre-parto, il sangue ha mostrato picchi di ormoni steroidei, oltre a livelli decrescenti di fattori che aiutano la formazione dei vasi sanguigni: un probabile primo passo verso l’indebolimento della connessione tra la placenta e l’utero.

Inoltre, sono stati riscontrati livelli crescenti di fattori necessari per la coagulazione del sangue, che aiutano a prevenire la perdita di sangue dopo il parto, e di proteine placentari. Infine è stata evidenziata una stabilizzazione delle risposte immunitarie nel passaggio alla preparazione del travaglio.