Un dente cariato non sempre va estratto: c’è una valida alternativa (in quali casi è possibile)

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Quando non è necessario estrarre un dente cariato? (tantasalute.it)

Le tecniche odierne permettono di salvare un dente anche in caso di pulpiti o processi cariogeni avanzati: i casi specifici.

Se dapprima un dente cariato era necessariamente soggetto alla rimozione, la moderna odontoiatria si pone come obiettivo quello di preservare quanto più a lungo i denti naturali del paziente. Sebbene in alcuni casi l’estrazione risulta estremamente necessaria, in altrettante situazioni un dente colpito da grave infezione dovuta ad una carie già avanzata, è curabile mediante devitalizzazione. In questo contesto cercheremo di fare chiarezza sul possibile scenario, dando risposta ai dubbi più comuni che affliggono chiunque almeno una volta nella vita. Per chi soffre di mal di denti costante, ed è spesso soggetto a carie, la trattazione risuonerà familiare. Tuttavia, anche per chi si è già sottoposto a questo tipo di trattamento, è bene conoscerne il funzionamento, nonché la funzionalità.

Iniziamo col precisare che in alcuni casi l’estrazione del dente è necessaria, in quanto, per motivi patologici od impedimenti fisici, la permanenza ne causerebbe un danno maggiore. Per quanto riguarda i denti del giudizio, possono essere rimossi anche se non presentano danni importanti, ma in tutti gli altri casi, è possibile agire con un possibile salvataggio del dente.

Devitalizzazione del dente: cos’è, come funziona e quando è possibile

Nella maggior parte dei casi, il dolore lancinante che proviene dal dente è causato da una pulpite, ossia da un’infezione dentale in corso che va a colpire i nervi dentali per poi intaccare la gengiva. Tale fenomeno risulta molto doloroso e può peggiorare se non viene trattato in tempo, sfociando così in un vero e proprio ascesso dentale, che può causare la formazione di pus. In questo caso, oltre ad una cura antibiotica per calmare l’infezione in corso, è necessario un successivo intervento di devitalizzazione.

Devitalizzazione dente cariato
Quando è possibile ricorrere alla devitalizzazione di un dente cariato – tantasalute.it

La devitalizzazione non è altro che una procedura dentistica che garantisce la riparazione dei denti compromessi da infezioni o traumi estesi che danneggiano la polpa dentale. Questa procedura prevede in primis la rimozione della polpa dentale infetta, compresi i nervi infiammati, poi la sostituzione di quanto rimosso, con un amalgama speciale, per poi procedere con la ricostruzione del dente. Tuttavia, esistono alcuni casi in cui è indicata:

  • ascessi dentali (in alcuni casi);
  • carie estesa e profonda;
  • correzione di un precedente intervento dentale;
  • denti rotti o scheggiati gravemente;
  • pulpite;
  • denti che richiedono incapsulazione (una capsula che ricopre il dente).

Sebbene nella maggior parte dei casi sia possibile recuperare i denti naturali, in altri, la rimozione non solo è consigliata, ma addirittura necessaria. L’estrazione del dente viene infatti effettuata quando:

  • vi è in corso un affollamento dentale non rimediabile con strategie ortodontiche (apparecchio dentale);
  • carie, pulpiti ed ascessi dentali molto profondi, non curabili;
  • cisti dentali o granulomi non risanabili mediante apicectomia;
  • denti gravemente scheggiati o profondamente marci;
  • denti inclusi;
  • denti soprannumeri;
  • piorrea avanzata;
  • radio/chemioterapie richiedenti l’estrazione dentale;

L’eccezione vale per i denti del giudizio, che anche se non si presentano gravemente danneggiati, vengono comunque estratti perché considerati poco utili, e in alcuni casi, sono anche causa di denti storti e malocclusione dentale.

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