Articolo aggiornato il 6 Giugno 2010
Il rischio di sviluppare il cancro non dipende dalle centrali nucleari: ecco quanto emerge da un recente studio spagnolo. Un risultato, quello raggiunto dagli scienziati iberici, in pieno disaccordo con le numerose ricerche già presenti sul tema, che potrebbe suscitare qualche dubbio, ma anche aprire nuovi scenari e speranze interessanti. Lo studio ufficiale spagnolo ha coinvolto più di mille comuni, per un totale di circa otto milioni di persone, in tutta la penisola iberica. Secondo le rilevazioni, i test e gli esami eseguiti sulle persone che vivono nelle aree vicine alle centrali nucleari spagnole, nel raggio di circa 30 km, le radiazioni emesse sono trascurabili e non hanno avuto ripercussioni negative sulla salute dei soggetti e non ha aumentato i casi di cancro. Non è stato rilevato un incremento del tasso di mortalità oncologica, correlato all’attività degli impianti.
Il lavoro scientifico degli esperti iberici sulla correlazione tra cancro e nucleare è stato condotto in un arco temporale ampio, con studi e analisi condotte dal 1975 al 2003, voluto e promosso dal Consiglio di Sicurezza Nucleare, Csn, e dall’Istituto di Sanità spagnolo. Il coinvolgimento di istituti e organi controllati dal governo centrale dello stato potrebbe lasciare qualche perplessità in merito alla piena attendibilità dei dati rilevati.
Gli esperti autori della ricerca, però, assicurano di aver lavorato nel pieno rispetto di “trasparenza e indipendenza” e di aver ottenuto risultati medici e scientifici che confermano “l’assenza di evidenze di rischio per la salute delle persone legata alla normale attivita’ degli impianti”, come ha dichiarato Juan Carlos Lentijo, direttore tecnico della Protezione Radiologica del Csn. Lo scopo dello studio non è sponsorizzare l’energia nucleare o gli impianti di questo genere, ma verificare l’assenza di rischi sanitari e il buon funzionamento del sistema di controllo.
Immagine tratta da: alain.it