Tumori: le altre frontiere della guarigione

Il tumore resta una malattia molto grave, ma la ricerca e la medicina in generale non restano certo a guardare, lo dimostra la nuova frontiera rappresentata da farmaci e presidi sanitari in genere puntati contro la grave patologia in tutte le sue manifestazioni

Articolo aggiornato il 8 Gennaio 2009

Mammografia
Aumentano le nuove frontiere medico-diagnostiche rivolte alla cura e alla diagnosi precoce delle malattie oncologiche; un esempio recente in questo senso ci giunge dallo studio della mortalità e dunque nei casi di guarigione riguardo a neoplasie come quelle riferite al tumore del seno, in questo caso la guarigione di questi pazienti si è attestata all’85% dei casi diagnosticati.

Purtroppo non siamo al 100% e la percentuale rimanente, ovvero il 15%, di fronte ad una patologia che riguarda un numero cospicuo di persone, non è certo rappresentato da un numero indifferente, visto che ci riferiamo a migliaia e migliaia se non milioni di persone che a tutt’oggi rischiano ancora di morire a causa di questa grave patologia.
 
La possibilità di intervenire con un nuovo farmaco che strappi alla morte anche un’ulteriore quota di pazienti quantificati in una percentuale prossima al 3% significa aumentare in maniera significativa la quota di coloro che non decedono nel breve tempo a causa di questo tumore.
 
Anche altre neoplasie gravi quali ad esempio il tumore del colon con metastasi è oggi visto, pur nella sua drammaticità, con minore timore rispetto a solo qualche anno fa, per il semplice motivo che un tempo la sopravvivenza per questa patologia si assestava a non più di mezzo anno di vita, oggi ci si aspetta che un malato di tumore del colon con metastasi viva non meno di 2 anni, un quadro che resta pur sempre drammatico ma significativo è il fatto che la sopravvivenza si sia in pochi anni quadruplicata ed anche la qualità della vita in questo lasso di tempo sia migliorata grazie al ricorso a nuovi presidi medici e nuove terapie oncologiche che ha fatto persino si che il 15% di questi malati possa sperare di vivere anche oltre i cinque anni dalla diagnosi.
 
E’ ovvio che nel dare tali notizie si debba dare merito alla ricerca e a tutti quegli operatori che con spirito di sacrificio dedicano la propria esistenza verso tutti quegli studi che migliorano la vita di tutti.
 
Le novità in fatto di farmaci contro il tumore al seno
 
E’ uno dei tumori più diffusi con il quale devono purtroppo fare i conti ben 36 mila donne ogni anno nella sola Italia. Colpisce preferibilmente le donne in menopausa, si pensi che quasi la metà delle persone colpite ha un’età che va dai 50 ai 70 anni e su 100 malate almeno 30 ha più di 70 anni d’età , “ solo “ il 25% ha meno di 50 anni d’età.
 
Ma le speranze di guarigione o comunque di un miglioramento della qualità e della durata della vita dei pazienti oncologici per questa malattia ci sono eccome, soprattutto da quando si sono scoperti ed impiegati i farmaci biologici, particolari sostanze terapeutiche che individuano la cellula neoplastica da distruggere preservando le cellule sane dall’attacco; dunque una sorta di “bombardamento intelligente “ del tumore.
 
Pertanto, terapie più mirate, più sicure e con molto meno effetti collaterali, senza dimenticare il ruolo della chemioterapia classica tutt’ora affiancata all’uso dei farmaci biologici. Una menzione in tal senso merita uno dei farmaci biologici maggiormente utilizzato e rappresentato dal Trastuzumab che pare abbia un’azione terapeutica fondamentale nella cura del tumore alla mammella, aumentando in maniera cospicua quella quota di sopravvivenza di cui si è parlato.
Insomma, grazie alla ricerca e alla fatica di medici e scienziati organizzati nella diuturna battaglia contro i tumori, ci avviciniamo sempre di più alla soluzione di un problema serio come quello rappresentato dal cancro e nel farlo ci avvaliamo di tutti quei presidi medici-sanitari che nel frattempo possano rendere sempre meno gravosa la vita di coloro che si ammalano di queste temibili patologie.

Ti potrebbe interessare