Tumori: la caffeina ha un effetto protettivo contro i melanomi

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista "Molecules" la caffeina avrebbe un'azione protettiva contro alcune tipologie di melanoma umano, grazie a una particolare proteina: l'enzima tirosinasi

caffeina protegge dal melanoma
Foto Pixabay | jarmoluk

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista internazionale Molecules, la caffeina aiuta a ridurre  la crescita di cellule responsabili della recidiva.

La caffeina, nuovo alleato per la lotta contro il melanoma

La caffeina ha un evidente effetto protettivo contro la crescita delle cellule di melanoma umano. Questo è il risultato a cui sono giunti i ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità, in uno studio appena pubblicato sulla rivista internazionale ‘Molecules’.

Lo studio ha voluto approfondire i diversi meccanismi  attraverso i quali la caffeina svolge un importante ruolo protettivo contro alcuni tipi di tumori. Utilizzando approcci in silico e in vitro, è stato possibile identificare una proteina che probabilmente  gioca un ruolo fondamentale in questa azione benefica della caffeina. La proteina in questione è l’enzima tirosinasi che, come è noto, ha una funzione chiave nella sintesi della melanina. Grazie alle sue caratteristiche specifiche questo enzima svolgerebbe sia un’azione protettiva contro gli effetti del danno generato dai raggi Uv, sia un’importante funzione di immunomodulazione. Ne è una prova il fatto che  la melanina prodotta da cellule di melanoma umano esposte alla caffeina è aumentata significativamente.

Particolarmente importante si è rivelata la scelta dei modelli cellulari, le ‘melanoma initiating cells’ che hanno interessanti caratteristiche di staminalità, tra le quali la capacità di conferire resistenza ai farmaci e la recidiva di un tumore. Dalle analisi efffettuate è risultato che la caffeina ha significativamente ridotto la crescita di queste cellule.

Come tutti i farmaci, anche la caffeina ha potenziali effetti collaterali, oltre a causare dipendenza. Tuttavia,  risultati dello studio appena pubblicato aprono nuove ed interessanti prospettive nell’ambito della terapia differenziativa, finalizzata cioè a far differenziare le cellule per colpire solo quelle tumorali evitando la comparsa di recidive dopo il trattamento chemioterapico. Una terapia che per tumori maligni come il melanoma cutaneo è considerata un promettente campo di studio.