Quando si parla di spirale in ambito sanitario, si pensa ovviamente a uno degli anticoncezionali femminili: una sorta di “ancora” che, inserita nell’utero dal medico, impedisce una gravidanza. Oggi, però, si sta studiando anche una spirale curativa, che potrebbe servire nella terapia del tumore all’endometrio.
All’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, infatti, è stato fatto uno studio sull’uso di una speciale spirale in grado di far regredire il tumore all’endometrio, evitando, così, alle donne colpite, soprattutto alle under 40, la rimozione chirurgica dell’utero e, quindi, salvaguardandone la fertilità.
Lo studio è cominciato nel 1996 e si è concluso nel 2009: ha coinvolto 39 donne tra i 20 e i 40 anni con iperlaspia endometriale atipica, una condizione che prelude allo sviluppo di un tumore all’endometrio, oppure con un tumore già presente, ma in fase iniziale e circoscritta. A ogni donna è stata inserita nell’utero la particolare spirale, che rilascia un ormone progestinico, capace di bloccare la crescita dell’endometrio. È stata, inoltre, associata un’iniezione mensile di un altro ormone che rilascia la gonadotropina, la sostanza che blocca la produzione di estrogeno, l’ormone che favorisce lo sviluppo del tumore.
Dopo un anno, nelle donne studiate il tumore all’endometrio non era progredito e quindi la spirale è stata rimossa per permettere alle pazienti di programmare una gravidanza. Una volta partoriti i neonati, le stesse donne sono state sottoposte a isterectomia, cioè all’asportazione dell’utero, per evitare eventuali recidive del tumore. Tutte le donne trattate stanno bene e nove di loro hanno avuto un figlio in modo naturale.
I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista scientifica Annals of Oncology, sono stati così promettenti che ora gli stessi ricercatori puntano a uno studio internazionale, più ampio, per approfondire i benefici possibili legati all’uso di questa spirale curativa: “Nel caso dei tumori dell’utero potrebbe essere possibile utilizzare la spirale per somministrare farmaci direttamente nell’utero evitando alla paziente, anche in menopausa, l’isterectomia” auspica Mario Sideri, Direttore dell’Unità di Ginecologia Preventiva allo IEO. Un passo avanti per i tumori ginecologici.