Articolo aggiornato il 31 Marzo 2009
Le malattie digestive sempre più al centro dell’attenzione degli studiosi per via del fatto che nelle diverse forme coinvolgono sempre più pazienti e così, soprattutto le più gravi malattie da un punto di vista clinico-terapeutico, sono state fatte oggetto di ricerche sempre più raffinate ai fini della diagnosi precoce mediante apparecchiature elettromedicali sempre più sofisticate.
L’ultima frontiera in campo diagnostico spetta alle nuove tecnologie endoscopiche con la caratteristica di questi strumenti di poter ingrandire le immagini anche di 1.000 volte rispetto alle indagini che si riuscivano a condurre fino adesso, una metodica in grado di diagnosticare patologie gastriche quali tumori al colon, colon retto o lesioni precancerose.
Un vero ristoro per coloro che potrebbero essere affetti dalla grave patologia che diagnosticata per tempo evita il peggio, in considerazione del fatto che il tumore del colon-retto è la seconda causa di morte fra uomini e donne dopo la neoplasia del polmone. Il ricorso alla nuova tecnologia che, oltretutto si avvale anche del laser confocale, ridurrebbe del 70% i casi di mortalità per tumori al digerente.
Ma se l’acquisizione di nuove tecniche diagnostiche a mezzo apparecchiature elettromedicali è salutata con tanto entusiasmo da parte della Comunità Scientifica, non si deve neanche dimenticare che il ruolo della prevenzione nell’ambito della patologia gastrica gioca un ruolo primario nell’identificazione di gravi malattie, ricordiamo, ad esempio, la ‘prevenzione primaria’, dai 50 anni in su che consiste nel fare il test del sangue occulto nelle feci e su indicazione del medico una colonscopia per individuare forme di poliposi.
Tutto ciò, senza dimenticare il ruolo fondamentale che la dieta esercita nel contrasto alle malattie digestive con particolare riferimento all’equilibrio della flora intestinale primo baluardo di difesa contro le infezioni dell’intestino e dello stomaco, seriamente minati, fra l’altro da un’alimentazione sbagliata, per non contare l’abitudine a consumare alimenti trattati con sostanze che alla lunga si rivelano nefasti per la salute dell’apparato digerente.