Trauma cranico, un test della saliva lo riconosce

Trauma cranico, per la prima volta un test della saliva è in grado di riconoscerlo. Il test è stato guidato da un team di italiani nel rugby britannico. L'accuratezza è del 96%

Uomo con dolore alla testa
Foto Pexels / Andrea Piacquadio

Per la prima volta in assoluto, un test della saliva permette di diagnosticare un trauma cranico di cui, spesso e volentieri, sono vittima soprattutto gli sportivi. Infatti, facendo ricorso alle tecniche di sequenziamento genetico, il gruppo dell’Università di Birmingham guidato dai ricercatori italiani Valentina Di Pietro e Antonio Belli è riuscito a identificare nella saliva ben 14 biomarcatori del trauma cranico.

Lo studio è stato pubblicato sul British Journal of sports medicine, ed è stato finanziato anche dalla Rugby Football Union britannica.

Trauma cranico, come è stato compiuto lo studio

Per compiere questo studio, i campioni di saliva sono stati prelevati da ben 1.028 giocatori professionisti del campionato inglese di rugby nel corso delle stagioni 2017-2018 e 2018-2019, a inizio e fine stagione.

Il test è stato eseguito (durante, dopo e a 36/48 ore dalla partita), sia a 156 sportivi che avevano avuto un trauma in campo, che a 102 giocatori che invece non avevano riportato nessun tipo di trauma, e anche a 66 che avevano dovuto abbandonare il campo a causa di lesioni muscolo-scheletriche.

I dati che sono stati così raccolti hanno permesso di identificare ben 14 biomarcatori nella saliva dei giocatori. Si tratta di piccole sequenze di Rna che hanno così permesso di individuare (con un’accuratezza del 96%) i giocatori che avevano subito un trauma cranico. 

Test indicato per diagnosi immediata, subito dopo l’evento

“Per la prima volta abbiamo identificato con successo dei biomarcatori specifici nella saliva da usare per capire se un giocatore ha avuto una commozione cerebrale. Questo test non invasivo da laboratorio della saliva segna davvero una svolta” ha commentato il ricercatore Antonio Belli.

“Il nostro è un test di laboratorio, che sfrutta la stessa tecnica usata anche per i tamponi molecolari del Covid” ha spiegato anche la ricercatrice Valentina Di Pietro, che ha poi precisato che questo esame “è indicato per la fase acuta, subito dopo l’evento, per avere una diagnosi immediata”.

Il test potrebbe essere impiegato anche nelle strutture sanitarie e militari

Il test, che è stato provato anche sia sui giocatori di cricket che sui giocatori di calcio della Premier league inglese, potrebbe essere impiegato non soltanto nello sport, ma anche nelle strutture sanitarie e militari. Inoltre, lo stesso test presto verrà sperimentato anche su donne e giovani e anche nell’ambito degli altri sport di comunità, con l’obiettivo di arrivare ad avere in 3-5 anni test rapidi da poter effettuare a bordo campo.