Trauma cranico: sintomi, cure e riabilitazione

Il trauma cranico è un evento spesso drammatico che segue ad un incidente o ad un urto improvviso della testa; i rimedi dipendono dall'estensione del trauma e dai danni riportati, la riabilitazione ha un ruolo spesso decisivo per il recupero di questi pazienti

Trauma cranico da caduta
Prima di parlare di riabilitazione da trauma cranico dobbiamo avere in mente chiaramente cosa significhi e cosa comporti un trauma cranico nel paziente che ne soffra, premettendo che una tale evenienza essendo un evento improvviso e violento apre la strada, spesso, a tutta una serie di complicanze non sempre prevedibili che, nei casi estremi, possono portare il paziente ad un aggravamento improvviso della sintomatologia fino all’exitus.
La stessa parola “trauma “, ci rende bene l’idea di cosa si parli quando estendiamo il concetto di trauma cranico intendendo per questa condizione quella improvvisa e violenta situazione che si viene a determinare dopo un urto violento della testa, ad esempio, oppure a causa di una lesione che abbia determinato la penetrazione di un corpo esterno all’interno del cranio con danneggiamento più o meno grave del suo contenuto, cervello, midollo o cervelletto.

Sintomatologia: reversibile, irreversibile, morte

 
I sintomi di un trauma cranico possono essere lievi quando il danno cerebrale è stato circoscritto e poco esteso, in questo caso il recupero delle funzioni è un fatto per lo più certo, in assenza di eventuali complicazioni, al variare dell’intensità del trauma e dei relativi danni subiti dall’area cerebrale si può giungere a situazioni complesse dove il recupero può essere parziale, conclamando casi di inabilità temporanea, fino all’invalidità permanente riguardo la funzione di alcune funzioni in modo irreversibile fino ai casi gravi che si concludono con la morte del paziente.

Trauma cranico lieve

 
Quando a seguito di una caduta, di un incidente automobilistico e di tutte quelle situazioni dove la testa ha riportato un trauma lieve, il trauma cranico che ne consegue si palesa con tutta una serie di sintomi che impongono al medico l’osservazione del paziente per un dato arco temporale al fine di seguirne l’evoluzione nelle prime ore dall’evento e nelle successive 24 ore; ciò in quanto in qualche caso si è assistito ad un peggioramento improvviso della situazione clinica, magari a seguito di un focolaio emorragico rimasto silente in una prima fase.
 
In tutti gli altri casi, si può assistere ad una perdita momentanea della coscienza da parte del paziente, anche se questa situazione non sempre si evidenzia, visto che nei casi lievi il malato appare per lo più obnubilato, lamenta cefalea, più fastidiosa che dolorosa, mentre la sonnolenza è uno dei sintomi più evidenti.
 
Eventuali altre situazioni possono manifestarsi singolarmente in ogni paziente e possono essere associati o presentarsi singolarmente; ricordiamo gli altri più comuni sintomi: ad esempio non è raro che il paziente lamenti una visione doppia e confusa, che avverta dei ronzii che non sa spiegarsi alle orecchie ( acufeni ), abbia una momentanea e parziale perdita della memoria, lamenti uno stato di nervosismo e di irrequietezza e riferisca difficolta’ di concentrazione. Tutti sintomi che richiedono, soprattutto dopo un trauma di qualsivoglia natura, il ricorso ad una struttura sanitaria attrezzata nel minor tempo possibile, in quanto, come si diceva, il rischio di un aggravamento improvviso della situazione a causa di un’emorragia o di un edema cerebrale con conseguenze spesso drammatiche non è del tutto infrequente.

Trauma cranico di grado moderato e severo

 
Quando il trauma cranico assume un grado più elevato e grave, come nel caso di un trauma cranico severo, il paziente per lo più perde i sensi, al risveglio lamenta un forte, fino ad un fortissimo mal di testa accompagnato da un vomito incoercibile ( vomito encefalico ) dovuto a compressione sui distretti cerebrali. Un’eventuale crisi epilettica in questo caso è frequente, come assistere ad una dilatazione delle pupille chiamata midriasi, una situazione clinica questa che evidenzia proprio ciò che si è venuto a creare. Spesso il coma è una conseguenza che si palesa nei casi di trauma cranico. L’eloquio sconnesso, la perdita della funzionalità di un arto, il formicolio, la confusione mentale possono palesarsi o meno a seconda delle situazioni cliniche. Nei bambini in aggiunta a questi sintomi si ha pianto persistente, rifiuto a mangiare e bere.
 
Senza addentrarci in un capitolo complesso che riguarda la terapia di un trauma cranico, che potremmo inserire in una trattazione più ampia dell’argomento, vediamo di capire come avviene la riabilitazione di un trauma cranico.

La Riabilitazione

Dopo le prime cure offerte ad un paziente affetto da trauma cranico resta il compito difficile di riabilitare il paziente, opera questa che può essere svolta nelle strutture sanitarie attrezzate o, a seconda i casi, al domicilio del paziente stesso.
Tale fase, importantissima, consiste nel salvare nel possibile la funzionalità di quegli organi che hanno ricevuto l’insulto da parte del cervello. consistente generalmente in una diminuzione dell’ossigeno nei tessuti e relativa morte cellulare. Oltretutto compito della riabilitazione è quella di intervenire, prevenendo eventuali complicazioni nel tempo determinati dal trauma, come avviene quando a causa della condizione venutasi a creare si viene a determinare un eventuale edema o idrocefalo che peggiora la situazione fino a causare la morte del paziente.
 
Questo compito è affidato ai medici che si attivano anche per diagnosticare e seguire l’evolversi della situazione. Al fisioterapista il compito invece di abituare il paziente alla sua nuova condizione cercando di intervenire al fine di far cambiare abitudini al paziente e facendo si che egli si adatti sfruttando le funzioni rimaste integre e cercando di potenziare quelle aree ancora recuperabili. Spesso tali esercizi vengono seguiti anche dai familiari della persona infortunata al fine di proseguire anche autonomamente gli esercizi di rieducazione.
 
Da sottolineare che lo stesso percorso riabilitativo è previsto per quei pazienti che abbiano sofferto di un ictus o di un aneurisma cerebrale che nei fatti determina spesso le stesse conseguenze.
 
Oggi dopo un trauma cranico di una persona che ha subito danni irreversibili non resta null’altro da fare, domani chissà, con l’avvento delle cellule staminali potrebbe essere tutta un’altra cosa.