Trapianto di testa: il primo nel 2017 su un essere umano

A dicembre 2017 verrà effettuato il primo trapianto di testa su un essere umano. A condurre il difficilissimo intervento sarà il neurochirurgo italiano Sergio Canavero. L’obiettivo è quello di trapiantare la testa di un paziente sul corpo di un uomo deceduto per morte cerebrale.

SONY DSC

SONY DSC

Il primo trapianto di testa su un essere umano sarà effettuato a dicembre 2017 da un neurochirurgo italiano. Tra pochi mesi dovrebbe avere luogo un intervento senza precedenti, che potrebbe cambiare il destino dell’uomo. Proprio per questo motivo si pongono non solo problemi tecnici, ma anche di tipo etico. Come avverrà l’operazione e su chi verrà effettuato il trapianto sperimentale? Ecco le risposte a tutte le domande riguardanti questo incredibile intervento.

L’equipe che effettuerà l’intervento

Il trapianto di testa verrà eseguito dall’illustre neurochirurgo italiano Sergio Canavero. Il dottore, direttore del Gruppo avanzato di Neuromodulazione di Torino, ha studiato per oltre 30 anni la scienza dei trapianti. È ormai fiducioso della possibilità di portare a termine con successo il primo trapianto di testa su un essere umano al mondo.
Al fianco del dottor Canavero si affaccenderà un’equipe formata dai migliori chirurghi, formati da lui personalmente. L’intervento verrà eseguito in collaborazione con il neurochirurgo cinese Xiaoping Ren, che opera presso la Harbin Medical University. Questi ha già effettuato trapianti di testa su topi e scimmie, alcuni dei quali sono sopravvissuti all’intervento.
L’operazione, dalla durata di circa 36 ore e dal costo stimato di oltre 11 milioni di euro, dovrebbe venire eseguita in Cina. Il team sarà composto da almeno 150 medici specializzati, che divisi in due gruppi dovranno occuparsi a tempo pieno sia del donatore che del ricevente.

Il volontario per il trapianto

Ad offrirsi volontario per questo trapianto sperimentale è il 31enne russo Valery Spiridonov. L’uomo soffre di una grave patologia muscolare neurodegenerativa chiamata malattia di Werdnig-Hoffmann – una forma di atrofia muscolare spinale.
La malattia provoca il deterioramento dei neuroni motori, il ché comporta la paralisi muscolare completa. La degenerazione della patologia arriva ad impedire la deglutizione e la respirazione del malato.
Spiridonov ha più volte dichiarato di voler cambiare corpo, e l’operazione del dottor Canavero potrà offrirgli la possibilità tanto agognata. “Quando ho capito che potevo partecipare a un progetto così importante non ho avuto più dubbi: ora sono solo impaziente di cominciare” – ha affermato il volontario.

La preparazione all’intervento

Naturalmente, per un’operazione così complessa sono richiesti dei preparativi molto accurati. A partire dalla scelta del donatore: dovrà essere un paziente cerebralmente morto, selezionato in base alla sua altezza, alla corporatura e al profilo immunologico.
Quando il donatore e il ricevente saranno pronti, verranno sottoposti ad anestesia totale e collegati a dei macchinari che conserveranno la loro attività cerebrale e cardiaca. A questo punto, i loro corpi verranno portati alla temperatura di -15°, affinché tutte le funzioni vitali vengano ridotte al minimo.
Spiridonov sarà di fatto cerebralmente morto. Il sangue verrà drenato dal suo cervello e la circolazione sanguigna nel resto del corpo verrà interrotta. Ora è tutto pronto per l’intervento vero e proprio, vediamo come si eseguirà.

Come avverrà l’operazione?

Una volta concluse le operazioni preliminari, si passerà alla decapitazione dei due corpi. La parte più delicata sarà il taglio dei midolli spinali del donatore e del ricevente. Questa procedura verrà eseguita con una nanolama in diamante da 200.000 dollari. Il macchinario è stato messo a punto presso i laboratori della University of Texas.
Effettuato il taglio, i medici avranno solamente un’ora di tempo per procedere con il trapianto e innestare la testa di Spiridonov sul corpo del donatore. Qui il problema principale consiste nel fondere insieme il midollo spinale della testa e quello del corpo.
Canavero utilizzerà una sostanza chiamata glicol polietilenico, che favorirà la perfusione dei due segmenti di midollo. Secondo il neurochirurgo, sarà questa sostanza a rendere questo trapianto un successo, rispetto ad altri precedentemente falliti.
In conclusione, verranno riconnessi i vasi sanguigni e verranno ricuciti i muscoli e la pelle del collo.

La riabilitazione post-intervento

Al termine della lunga e complessa operazione, sarà necessario molto tempo per il completo recupero del paziente. Se tutto andrà come previsto, Spiridonov verrà tenuto in coma farmacologico per circa un mese, per evitare movimenti che possano compromettere l’operazione.
Durante questo periodo, il paziente verrà sottoposto ad una serie di scariche elettriche. L’obiettivo è quello di stimolare la crescita delle connessioni nervose e il loro successivo rafforzamento.
Ovviamente a questa procedura sperimentale verranno affiancate quelle classiche, ovvero il ricorso a farmaci anti-rigetto. Al termine del periodo di coma, Spiridonov verrà risvegliato e sarà sottoposto ad un lunghissimo percorso di riabilitazione.
In caso di riuscita del trapianto, il volontario potrebbe ricominciare a camminare già 3/4 mesi dopo l’operazione. Per abituare Spiridonov all’idea di poter nuovamente usare le gambe, potrebbe essere utilizzato un visore per la realtà virtuale.

Le possibilità di riuscita del trapianto

Ma quante sono le possibilità che un trapianto di testa su un essere umano riesca davvero? Questo tipo di intervento, mai provato prima finora, è estremamente delicato. Ma Canavero è ottimista: le tecniche che verranno utilizzate nel corso dell’operazione sono già state singolarmente applicate con successo.
Tra le principali difficoltà spicca la capacità di mantenere in vita il cervello durante il trasferimento della testa da un corpo all’altro. Ma anche il riuscire a connettere i due segmenti di midollo e, naturalmente, evitare il rigetto.

Lo scorso anno un team guidato da Xiaoping Ren, presso la Harbin Medical University, è riuscito a trapiantare la testa di una scimmia su un nuovo corpo. L’incredibile risultato è stato quello di aver ricollegato i vasi sanguigni in modo da permettere il circolo del sangue tra le due parti. Nulla è invece stato fatto dal punto di vista della riconnessione del midollo spinale.
L’intervento è avvenuto portando la testa della scimmia ad una temperatura di -15°. Questo accorgimento ha permesso al cervello di mantenere inalterate le attività cerebrali dell’animale. La scimmia è infatti sopravvissuta per 20 ore dopo l’operazione, senza alcun danno neurologico. Dopo questo periodo, il primate è stato soppresso per ragioni etiche.

Per quanto riguarda invece la riconnessione del midollo spinale, Canavero si rifà ad alcuni studi dei primi anni 2000. È stato dimostrato che l’utilizzo di glicol polietilenico (PEG) favorisce la riparazione della guaina mielinica e quindi accelera la guarigione da danni spinali.
Questi studi sono stati effettuati su cani e porcellini d’India, ma più di recente un team capitanato da C-Yoon Kim ha effettuato un esperimento molto interessante su alcuni topi. Dopo aver spezzato il loro midollo spinale, è stato possibile riconnetterlo, almeno parzialmente, grazie al solo utilizzo del glicol polietilenico.
Il dottor Canavero ritiene che l’applicazione di questa tecnica, affiancata da altre quali la stimolazione del midollo spinale e l’utilizzo di un dispositivo a pressione negativa, possa rivelarsi un grande successo nel trapianto di testa su un essere umano.

Problemi etici

La riuscita di un intervento di trapianto di testa sembrerebbe aprire la strada verso l’immortalità dell’uomo. Se la testa può essere trapiantata all’infinito su di un corpo sano, l’essere umano potrebbe raggiungere la vita eterna. Naturalmente tutto ciò dà adito ad una serie di dubbi di tipo etico che non possono essere sottovalutati.
Un altro problema di carattere etico riguarda la sperimentazione sull’uomo. Interventi di questo tipo vengono effettuati su cavie da laboratorio, molto prima di passare alla sala operatoria. In questo caso però la documentazione su esperimenti su animali è abbastanza scarna, e il trapianto di testa è una vera e propria sperimentazione umana.
Ci sono anche delle difficoltà legali da superare, prima di procedere. Per la riuscita dell’intervento, è necessario decapitare un essere umano vivente. In che modo tutto ciò può essere effettuato senza cadere in reato?
Infine alcune voci hanno iniziato a circolare in merito al donatore del corpo. Poiché l’intervento dovrebbe essere effettuato in Cina, qualcuno ha ipotizzato che a sottoporsi alla donazione possa essere un condannato a morte.
Ma, aldilà di ogni considerazione di tipo etico, la riuscita di un trapianto di testa rivoluzionerà la medicina. “Questo aprirebbe la strada ad una scienza interamente nuova sulla ricostruzione post-trauma del midollo spinale” – ha affermato Michael Sarr, chirurgo presso la Mayo Clinic di Rochester (Minnesota) e direttore responsabile della rivista Surgery.