Puntura di tracina: cosa fare e cosa non fare

La puntura velenosa della tracina, specie conosciuta anche con il nome di pesce ragno e diffusa nei mari europei, provoca forti dolori e, in rari casi, la morte. In che modo i vacanzieri possono proteggersi da questi pesci? Cosa fare e cosa non fare quando si viene punti da essi?

Tracina in primo piano
Foto Unsplash | Luigi Frunzio

Nei nostri mari non c’è solo il pericolo di essere punti da una medusa, pericolo di solito fastidioso, ma non mortale.

Un pericolo più grande è la puntura velenosa della tracina, specie conosciuta anche con il nome di pesce ragno e diffusa nei mari europei, provoca forti dolori e, in rari casi, la morte. In che modo i vacanzieri possono proteggersi da questi pesci? Cosa fare e cosa non fare quando si viene punti da essi?

Scendiamo nei dettagli.

Puntura di tracina: sintomi

La tracina è conosciuta anche con il nome di pesce ragno o vipera del mare. Nascosto nella sabbia o nel fango, il pesce, dotato di spine velenose, è quasi impossibile da avvistare. Nelle acque alte fino alle caviglie del Mare del Nord, nel Mar Baltico e nel Mediterraneo, ogni anno da 30 a 40 persone vengono morsi dalla tracina.

La puntura provoca un dolore lancinante, forti dolori articolari e gonfiore. Nel peggiore dei casi, possono verificarsi shock allergici fatali perché provocano un arresto cardiaco.

Le tracine sono tra gli animali velenosi più pericolosi d’Europa. I pesci, che sono lunghi da 15 a 53 centimetri, hanno fino a 71 raggi molli e dieci spine per proteggersi dagli aggressori.

Il veleno contiene 5-idrossitriptamina (serotonina), che provoca dolore estremo, e una proteina che provoca il rilascio di istamina con gonfiore e arrossamento. Il veleno viene rilasciato non appena il pungiglione perfora la pelle e si diffonde rapidamente in tutto il corpo.

Questa puntura è particolarmente pericolosa perché le persone colte dal forte dolore, difficilmente riescono a tenere la testa fuori dall’acqua. L’area intorno alla ferita si gonfia, diventa molto rosso e si riscalda. Il tessuto muore nel sito stesso della puntura.

Altri sintomi sono: mal di testa, febbre, nausea, problemi respiratori, collasso circolatorio o aritmie cardiache.

Puntura di tracina: cosa fare e cosa non fare

Dopo una puntura di tracina bisogna agire immediatamente. La prima cosa da fare nell’immediatezza è cercare di far fuoriuscire il veleno iniettato spremendo delicatamente la zona e controllando che non siano rimasti degli aculei sotto la pelle. Se così dovesse essere, vanno rimossi perché potrebbero portare ad un’infezione.

Come misura di primo soccorso, la seconda cosa da fare è riscaldare il sito delle puntura a più di 50 gradi, ad esempio con un asciugacapelli o un bastoncino elettrico antizanzare. Questo distrugge le molecole di tossina.

Le persone colpite dovrebbero quindi consultare un medico che può esaminare la ferita e fermare qualsiasi possibile reazione allergica.

Cosa non fare? Evitare tutti quei rimedi “fai da te” che spesso si possono trovare online: sigarette spente sulla ferita, urina e lattice. Queste soluzioni potrebbero solo peggiorare la situazione e il dolore.

Da un punto di vista farmacologico, si possono assumere analgesici, antinfiammatori o usare pomate al cortisone (utili anche per le punture di zanzare).

Il consiglio più importante è rivolgersi ad un medico o al pronto soccorso.