Che i termometri tradizionali, quelli, per intenderci, che assicuravano la misurazione della temperatura corporea con una semplice colonnina di mercurio, che, “equipaggiata” di una scala graduata, segnalava la presenza di febbre o meno, siano fuori legge è risaputo. Non è altrettanto risaputo, forse, che i suoi sostituti più moderni e ad alto tasso tecnologico, dai termometri digitali, a quelli infrarossi, lasciano perplessi i più. La loro efficienza o, meglio, la loro precisione, infatti, è spesso al centro di polemiche e dubbi.
Se è vero, quanto innegabile, che i termometri tradizionali, complice il loro contenuto di mercurio, siano nocivi e pericolosi per l’ambiente, è altrettanto vero che da quando sono stati banditi ufficialmente dal mercato (3 aprile 2009) con una direttiva europea, non esistono sostituti davvero “all’altezza”, in grado di assicurare il loro stesso grado di precisione ed efficienza.
Sono numerosi gli episodi di cronaca a supporto dell’alone di dubbi e incertezze che circondano i termometri di ultima generazione. Tra i più recenti il caso successo all’ospedale triestino Cattinara: un 73enne affetto dalla Sla ha perso la vita a causa di un’infezione polmonare, per colpa, anche, di una misurazione della temperatura corporea errata. Infatti, il figlio del paziente deceduto afferma di avergli misurato la temperatura con un termometro tradizionale, rilevando 39 gradi, rispetto ai 37 gradi evidenziati dal termometro auricolare in dotazione al reparto della struttura ospedaliera. La stessa azienda ospedaliera triestina ha ammesso che “gli strumenti timpanici utilizzati risultano più critici per quanto riguarda la misura, influenzata da fattori ambientali, anatomici e di pulizia del condotto uditivo. La loro accuratezza è inferiore”.
Imprecisi e inaffidabili? Non esattamente, i nuovi termometri sono sicuramente, rispetto ai loro predecessori con il mercurio, più sensibili a una serie di fattori esterni, come la temperatura esterna, l’umidità o la distanza alla quale si effettua la rilevazione, ma non possono essere “bocciati” su tutta la linea. Possono vantare anche una serie di vantaggi, soprattutto in termini di igiene e velocità e, assicurano gli esperti, se utilizzati e scelti con attenzione garantiscono l’efficienza promessa.
Anche dopo l’addio ai tradizionali termometri, è importante scegliere lo strumento con cura, senza dimenticare che è un vero e proprio dispositivo medico, soggetto a precise normative europee. “Quelli nuovi sono più complessi e sofisticati, e forse per questo più delicati, ma non meno affidabili se rispettano i requisiti richiesti per legge. Sulla confezione deve esserci il simbolo “Ce” seguito da un numero che attesta la certificazione, in più sia il bugiardino che tutte le altre scritte devono essere, per legge, in italiano. Poi è necessario leggere bene le norme d’uso e quelle di conservazione” ha osservato Fernanda Gellona, direttore generale Assobiomedica.