L’Istituto Superiore di Sanità presenta in questo mese il decalogo per l’uso della terapia alternativa ai cittadini italiani, si tratta di un elenco di attenzioni da volgere alla cura non tradizionale per un corretto uso della medicina alternativa. Si tratta prima di tutto di collocazione terapeutica, di identificazione di quanto viene riconosciuto come medicina alternativa: rientrano nelle terapie non tradizionali delle cure come la omeopatia, la fitoterapia, la manipolazione osteo-articolare e la medicina ayurvedica, per elencare le più famose e le più diffuse sul territorio nazionale.
Queste terapie sono riconosciute come tali dall’Istituto Superiore di Sanità, che ne riconosce la validità terapeutica, insegnando il giusto approccio alla tecnica curativa; specialità scientifiche che si riconoscono e sono valide in misura della pratica consolidata e delle evidenze scientifiche da esse espresse.
Prodotti naturali che hanno bisogno di essere spiegati perché, ancorché naturali, possono interagire con altri farmaci in modo errato, causando incompatibilità, reazioni allergiche e effetti collaterali in genere: il medicinale naturale non si traduce in non – efficace, in quanto efficace comporta delle conseguenze che si manifestano in guarigione o cura, o in alternativa in effetto indesiderato e sono soggette, anche se naturali, a intolleranze.
L’Istituto raccomanda di non procedere a gamba tesa nella sostituzione delle terapie tradizionali con terapie alternative eccetto nei casi in cui il passaggio sia dovuto a motivi contingenti e necessari, altresì raccomanda di terminare le prescrizioni eventualmente in atto, per procedere a una valutazione di passaggio al non tradizionale concordata con il proprio specialista.
La scelta della terapia e del farmaco rimane vincolata alla prescrizione, non adatta a una prescrizione on line o a curativi porta a porta che non sono attestati da una prescrizione medica. La terapia alternativa non si traduca in assunzione di farmaci casuale e su iniziativa del singolo.