Articolo aggiornato il 18 Luglio 2017
Ha iniziato a battere il primo cuore artificiale in silicone, sviluppato a Zurigo grazie all’ausilio di una semplice stampante 3D. In tutto e per tutto simile al cuore umano, l’organo creato in laboratorio dal team di ricercatori svizzeri rappresenta un passo avanti incredibile per la scienza, nonché una nuova speranza di vita per milioni di malati in tutto il mondo.
Cuore artificiale in silicone, ecco come funziona
Il team guidato dal professor Wendelin Stark, presso il Politecnico federale di Zurigo (ETHZ), ha sviluppato il primo cuore artificiale in struttura morbida. Con una stampante 3D e una tecnica particolare chiamata fusione di cera persa è stato creato un organo molto somigliante nella forma e nelle dimensioni ad un cuore umano.
Pesa 390 grammi ed è in grado di battere, cosa che lo rende davvero rivoluzionario. Oggi infatti, nelle persone in attesa di trapianto, viene innestata una pompa rigida, con parti meccaniche che possono dare luogo a complicazioni. Inoltre questi dispositivi non sono in grado di riprodurre il battito fisiologico di un cuore, quindi fanno fluire il sangue in maniera continua.
Il cuore in silicone invece ha una struttura interna molto più complessa. Ha due ventricoli e una terza camera che, grazie ad un meccanismo ad aria pressurizzata, permette la contrazione dell’organo. Il tutto per un volume totale di 679 centimetri cubi.
Gli studi sul cuore in silicone
Purtroppo i primi test condotti sulla funzionalità del cuore artificiale in silicone hanno dimostrato la sua breve vita. Per il momento il dispositivo può pompare sangue solo per poco più di mezz’ora, ovvero il tempo di circa 3000 battiti.
“Questa è solo una prova di fattibilità” – spiega Nicholas Cohrs, uno dei ricercatori del team svizzero. “Il nostro vero obiettivo non era quello di presentare un cuore già pronto per l’impianto, ma pensare a un nuovo modo di svilupparne uno artificiale”. Per questo motivo hanno cercato di creare un organo quanto più simile a quello dell’uomo.
Obiettivo senza dubbio molto vicino: in laboratorio il cuore artificiale è stato collegato ad un circuito idraulico per imitare la circolazione sanguigna. L’organo ha dimostrato di riuscire a contrarsi correttamente, proprio come accade in natura.
Ovviamente siamo ancora lontani da una vera soluzione praticabile negli ospedali, ma la direzione sembra essere quella giusta. Secondo alcuni dati dell’ETHZ, nel mondo sono oltre 26 milioni le persone che soffrono di insufficienza cardiaca e che hanno bisogno di un trapianto di cuore. Ma i donatori sono rari e non soddisfano affatto la richiesta.