Studio Covid, 1 soggetto su 10 non riacquista olfatto e gusto

Lo studio ha evidenziato come la perdita di gusto e olfatto riguardi il sistema nervoso centrale e quale possa essere la terapia più indicata per recuperarli

covid mascherina olfatto
Foto Shutterstock | H_Ko

Uno dei sintomi più comuni riscontrati durante l’infezione da Coronavirus è la perdita dell’olfatto e del gusto. Quello che è emerso di recente, però, è che 1 soggetto su 10 non li riacquista più, continuando anche a distanza di tempo a non sentire odori e sapori.

Lo studio per capire come recuperare gusto e olfatto

La perdita del gusto e dell’olfatto, chiamate rispettivamente ageusia e anosmia, può incidere molto pesantemente sulla vita dei soggetti. Proprio per questo motivo è stato condotto uno studio che ha portato ad un’innovativa terapia anti-neuroinfiammazione. Questa, secondo quanto emerso, sarebbe in grado di agire sul controllo delle alterazioni del sistema nervoso. Quindi, riuscirebbe a far tornare l’olfatto e il gusto ai pazienti guariti da Covid-19 e che presentano ancora questo sintomo della malattia.

Lo studio, avviato a novembre 2020, è condotto dal team di Arianna Di Stadio, coordinatore di Ricerca in Otorinolaringoiatria e Docente di Neuroscienze all’Università di Perugia. Ma non solo. Perché è anche ricercatore onorario al dipartimento Neuroscienze della Queen Square Neurology UCL di Londra.

La ricerca sulla terapia per il riacquisto di gusto e olfatto nei soggetti Covid ha coinvolto un centinaio di pazienti. Inoltre, è attualmente condotto all’ospedale di Fano, ma sono in via di arruolamento anche altri centri. Questo per implementare il numero dei pazienti e offrire una copertura più vasta, arrivando all’intero territorio nazionale.

Di Stadio: “L’encefalo tende a riparare i danni in uno/due anni, ma questo potrebbe non avvenire”

Come spiegato dall’esperta: “Lo studio parte dall’ipotesi che la causa della perdita dell’olfatto interessi il sistema nervoso centrale”.

Questa ipotesi, spiegata dalla coordinatrice della ricerca, è stata confermata dal risultati. “Il virus determina un’infezione e infiammazione dell’encefalo che, alterando i processi di trasmissione del segnale, produce ripercussioni totali o parziali sull’olfatto con il rischio, una volta atrofizzata la struttura, l’anosmia diventi irrecuperabile”.

E Di Stadio ha inoltre aggiunto che: “L’encefalo tende a riparare i danni autonomamente nell’arco di uno/due anni, ma questo potrebbe non avvenire. Per questo motivo è importante intervenire quanto prima”.

Questo, può fatto sottoponendosi ad una serie di trattamenti che sarebbero in grado di restituire il gusto e l’olfatto agli ex soggetti Covid entro pochi mesi.