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Articolo aggiornato il 29 Agosto 2021
Da sempre, forse più per “sentito dire” che per evidenze scientifiche, il consumo di caffé è legato a effetti negativi sul cuore. In particolare, si parla spesso di disturbi del ritmo cardiaco a causa della troppa caffeina assunta quotidianamente. Uno studio, realizzato dai ricercatori dell’Università della California di San Francisco, ha però dimostrato il contrario. Infatti, la maggior parte delle persone tende ad assumere caffè senza preoccupazioni in diversi momenti della giornata, sia al mattino che al pomeriggio.
Lo studio su quasi 400mila consumatori abituali di caffé
I ricercatori hanno così spiegato che, secondo quanto emerso dal loro studio, non esistono prove che colleghino il consumo di caffeina al rischio di aritmie. “Non abbiamo trovato prove che il consumo di caffeina porti a un maggior rischio di aritmie“. A spiegarlo è Gregory Marcus, coautore della ricerca. Il ricercatore ha inoltre spiegato che inoltre che “i divieti comuni contro la caffeina per ridurre il rischio di aritmia sono probabilmente ingiustificati”.
Il team di ricercatori, per capire se effettivamente ci sia un legame reale tra consumo eccessivo di caffeina e ritmo cardiaco, hanno analizzato i dati di quasi 400mila consumatori di caffè, con un’età media che si aggira intorno ai 56 anni. Tutti i soggetti, inoltre, hanno preso parte ad uno studio britannico a lungo termine.
Dallo studio non è emersa nessuna correlazione tra caffeina e distrubi del ritmo cardiaco
Secondo quanto emerso dall’analisi dei dati, descritta sulle pagine della rivista medica specializzata Jama Internal Medicine, di tutti i quasi 400mila pazienti (per la precisioni 386mila), in 17mila hanno sviluppato un problema al ritmo cardiaco nel periodo di osservazione medio, durato 4 anni e mezzo. Inoltre, come spiegato nella ricerca, non è emersa nessuna correlazione tra caffeina e distrurbi del ritmo cardiaco. Questo vale anche per quanto riguarda i pazienti per cui sono stati presi in considerazione anche i fattori genetici in grado di influenzare il modo in cui il corpo metabolizza la caffeina.
Dallo studio, in realtà, è emerso che per ogni tazza di caffè in più bevuta, ogni giorno, si potrebbe ridurre di circa il 3% il rischio di aritmia.