Studiare per diventare infermieri e’ importante e impegnativo, al punto che per alcuni questa missione di vita, presa con troppo cuore, di fronte alle eccessive difficolta’, sembra essere diventata una causa di depressione e suicidio.
Accade a Trento, presso il corso di infermieri, Sede staccata di Verona, dove recentemente si sarebbero consumati due casi di depressione e di suicidio di giovani studenti, che oltre alla Facolta’, non avrebbero avuto altri ostacoli che potessero giustificare un simile gesto.
A difesa della Facolta’ intervengono gli studenti e la direttrice dell’Ateneo, secondo i quali lo studio per il corso di laurea e per la formazione specialistica da infermieri sarebbe si’, impegnativo, ma non cosi’ frustrante da condurre al suicidio.
Forse potrebbe essere accaduto per il troppo controllo e per la troppa severita’, che sono regole fondamentali applicate dalla sezione staccata della sede veronese del corso, che fa assomigliare l’Ateneo a una scuola di formazione superiore, come testimoniano gli studenti ai quotidiani locali, ma dal punto di vista delle difficolta’ non si pronunciano oltre.
Secondo la direttrice dell’Ateneo, al centro del mirino per la vicenda, la severita’ e’ necessaria per garantire una formazione di personale preciso e di qualita’.
Intervistata dai giornali, Anna Brugnolli, difende il suo corso di laurea per dare delle spiegazioni alle numerose polemiche che i casi di suicidio hanno scatenato.