Articolo aggiornato il 6 Marzo 2009
Il nome è un po’ difficile da ricordare, stomatopirosi, ma chi soffre di questa sindrome sa bene a cosa ci riferiamo, ovvero un dolore diffuso del cavo orale e quel che inquieta di più questi pazienti è che tale fastidio non si riesce a far risalire ad una ben nota ed evidente lesione, ad esempio, oppure ad una tumefazione che è possibile localizzare, perché il bruciore che ne deriva, fino a volte a forme parossistiche algiche, non si riesce a metterlo in relazione a nulla.
I pazienti che lamentano la stomatopirosi o la glossopirosi se il dolore si irradia o si limita alla lingua, non avvertono i segni della sofferenza al risveglio, ma questi si spalmano nell’arco della giornata privilegiando le ore serali; in questa fase il dolore può essere tanto vivo da far si che il paziente non avverta più il gusto, la sensazione caldo freddo, e non distingua più bene il dolce dall’amaro.
Difficile stabilire l’esatta eziologia del disturbo, l’evidenza che tale sindrome però è più frequente nelle donna in menopausa acclara il fatto che possa esserci anche una relazione con lo stato ormonale della paziente, così come una certa relazione è stata messa in risalto in coloro che utilizzano protesi mobili, magari non posizionate a regola d’arte, così come, infine, imputati potrebbero anche essere delle forme allergiche, delle intolleranze alimentari o disturbi in generale alimentari.
Il medico per effettuare una corretta diagnosi della stomatopirosi si basa sull’esame clinico effettuato con una accurata ispezione del cavo orale volto ad escludere eventuali lesioni che il paziente non è stato in grado di accertare; non mancano più sofisticati esami, fino alla biopsia. L’anamnesi del paziente, soprattutto quella prossima, risulta fondamentale nella diagnosi del disturbo, ciò in quanto alcuni farmaci potrebbero entrare in gioco e avere parte attiva nella malattia.
Una vera cura per questa patologia non esiste, a parte che rivolgersi ai sintomi, infatti, la terapia prevede anestetici locali che eliminano il dolore soprattutto quando è insopportabile, a questi vengono associati eventualmente degli antimicotici per uso topico o somministrabili sotto forma di sciacqui ed eventualmente antistaminici. Spesso basta questo a risolvere il problema, senza trascurare il fatto che spesso l’allontanamento di quei farmaci che creano squilibri del PH orale, ad esempio, oppure la modifica della dieta che escluda quelle sostanze responsabili delle forme allergiche, così come l’eliminazione dell’alcol, risultato sufficienti per la remissione dei sintomi.