La stitichezza è un problema diffuso, che può colpire a qualsiasi età, ma che non deve essere sottovalutato, specialmente se dovesse diventare cronico. Rimediare è però possibile.
È capitato certamente a tutti, e magari più di una volta nella vita di soffrire di stitichezza, conosciuta anche stipsi, termine con cui si indica una difficoltosa o infrequente evacuazione, che può essere accompagnata anche dalla sensazione di non sentire l’intestino essersi svuotato del tutto. Chi ne soffre in maniera frequente non dovrebbe avere timore di parlarne con il proprio medico, anche per individuarne le cause. Si tratta infatti di un problema che arriva a colpire circa il 15% della popolazione, in modo particolare le donne, ma che può peggiorare con il trascorrere degli anni.
In genere non si può parlare di stitichezza se si hanno almeno tre evacuazioni nel corso della settimana. Non si può comunque definire un disturbo vero e proprio quando la situazione si verifica in via transitoria (molti, ad esempio, la riscontrano durante un periodo di vacanza a causa del cambiamento di ambiente) o se è la conseguenza di una fase stressante. In questo caso si può provare a rimediare assumendo un bicchiere d’acqua contenente i semi di lino.
Stitichezza: capirne le cause è fondamentale
Una volta capito di soffrire di stitichezza. è importante cercare di capire quali possano essere le cause, ben sapendo quanto questo sia primario per individuare il rimedio più adatto. Si deve in genere distinguere tra stanchezza transitoria e stanchezza cronica.

La stanchezza transitoria non deve sempre preoccupare, ma merita comunque di non essere sottovalutata. A riscontrarla possono essere ad esempio le donne in gravidanza, ma anche chi conduce uno stile di vita particolarmente sedentario, oltre a chi non ha un regime alimentare che comprende tutti i nutrimenti necessari, compreso l’apporto minimo di acqua. In altri casi, invece, viene riscontrata in seguito all’assunzione prolungata di antibiotici o come conseguenza di un intervento chirurgico.
La stitichezza cronica, invece, può rivelarsi dannosa per l’organismo e merita sempre un approfondimento medico. Nella maggior parte delle situazioni, infatti, può essere la conseguenza di alcune patologie, quali il diabete, le malattie neurologiche, il morbo di Parkinson, il tumore del colon-retto, la diverticolite, le malattia infiammatorie croniche intestinali e disfunzioni motorie intestinali e/o anorettali. Ci sono anche alcuni farmaci che possono provocarla come effetto collaterale, quali gli antidepressivi, gli anestetici, gli antiacidi, gli anticolinergici e gli analgesici.
Tra i sintomi che possono spingerci a pensare di soffrirne non c’è solo il ridotto numero di evacuazioni, ma anche uno sforzo eccessivo durante la defecazione, la sensazione di evacuazione incompleta, un senso di ostruzione o blocco anale, la presenza di feci dure (“caprine”) e la necessità, specie se frequente, di utilizzare manovre manuali o ausili tipo clisteri e supposte.
I rimedi più efficaci
Pur senza allarmarsi troppo, è comunque possibile guarire da un problema come la stitichezza, anche se cronica. In alcuni casi può essere sufficiente cambiare alcune delle proprie abitudini, quali mangiare a orari più regolari, cosa che finisce per favorire il benessere intestinale; dedicare il giusto tempo alle funzioni intestinali (la fretta non aiuta), meglio se la mattina dopo la colazione, oltre a non ignorare gli stimoli; fare attività fisica più o meno costantemente; dare all’organismo un apporto giusto di liquidi (almeno due litri di acqua al giorno), in modo tale da ridurre le possibilità di andare incontro a una disidratazione.

Molti possono poi ricorrere anche all’assunzione di lassativi, anche sporadica, se si vede che il disturbo persiste, oltre all’assunzione di integratori contenenti fibre, che ammorbidiscono le feci facilitandone l’espulsione grazie alla loro capacità di richiamare acqua.
L’attenzione al proprio regime alimentare resta comunque fondamentale, attraverso una dieta contenente frutta e verdura in modo regolare. Tra i frutti migliori c’è il kiwi, in modo particolare a colazione, oltre alla crusca, magari da aggiungere allo yogurt. Da non scartare anche l’indivia belga, le cime di rapa, i carciofi, le cime di rapa ripassate in padella, i cereali integrali e tutta la fratta secca, compresi i fichi.