A quanto pare le statine non finiscono più di stupire, nate soprattutto quale sostanze modificatrici dei lipidi e dunque utilizzate nel caso di alta concentrazione di colesterolo nel sangue che non è possibile correggere con la sola dieta alimentare, evidenziato che tali sostanze sono anche in grado di modificare in meglio i vasi del sistema cardiocircolatorio prevenendo eventuali accidenti vascolari, apprendiamo altre interessanti novità dal mondo scientifico riguardanti queste sostanze farmacologiche.
Infatti è passato poco tempo da quando il mondo scientifico ha appurato che le statine svolgono un importante ruolo anche nel regolare l’ipertensione portale, quella condizione che si genera nei casi gravi di importanti epatopatie rappresentate per lo più dalle cirrosi epatiche. L’inedita attenzione che la Scienza Medica adesso rivolge a tali sostanze è dovuta ad un altro importante effetto delle statine, ovvero quello di ridurre di ben il 43% il rischio che anche in soggetti sani o almeno all’apparenza tali, si possano formare pericolosissimi tromboemboli in grado di arrecare danni gravi, a volte persino estremi, all’individuo.
A giungere a tale risultato uno Studio scientifico, Jupiter, che avrebbe individuato nella Rosuvastatina tale capacità. Lo studio effettuato su ben 17.802 pazienti, ha chiaramente dimostrato che nei soggetti che detenevano una bassa concentrazione di colesterolo LDL inferiore a 130 mg/dl e alti livelli di Proteina C Reattiva uguale o superiore a 2 mg/dl, la Rosuvastatina avrebbe determinato un effetto benefico sulla salute di questi individui grazie al fatto che la sostanza farmacologica ha evidenziato la capacità di ridurre in modo determinante la possibilità di un infarto cardiaco e/o ictus. La posologia con i quali sono stati trattati i pazienti prevedeva l’assunzione di 20mg. al giorno di Rosuvastatina.
I risultati hanno evidenziato che ai fini della possibilità di incorrere in un accidente vascolare sia determinante anche l’assunzione o meno del farmaco, visto che episodi di tromboembolia si sono evidenziati in misura doppia nei pazienti che non facevano uso della Rosuvastatina.
E’ la prima volta che una statina dimostra di poter prevenire gli eventi tromboembolici in uno studio clinico di ampie dimensioni.Il trattamento con la Rosuvastatina non è risultato associato a rischio di sanguinamento, limite invece delle terapie a base di anticoagulanti, eparina, dicumarolo, aspirina i più importanti annoverati.
Fonte: American College of Cardiology – Meeting, 2009
Statine: meglio degli anticoagulanti nella prevenzione di infarti e ictus?
A giungere a tale risultato uno Studio scientifico, Jupiter, che avrebbe individuato nella Rosuvastatina tale capacità
