Spondilosi cervicale: cause, diagnosi e terapia

Collo massaggio

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La spondilosi cervicale è una malattia che colpisce il rachide cervicale, soprattutto le vertebre cervicali: è necessario conoscerne le cause per una diagnosi corretta e una terapia adeguata. Con il termine “spondilosi cervicale” si intende la cosiddetta “artrosi cervicale” che colpisce, generalmente, i pazienti in età avanzata. Ma qual è la sintomatologia esatta legata alla spondilosi cervicale? Quali sono le cause? Quale il trattamento per poter giungere alla guarigione? Scopriamo di più in merito.

Cos’è

Cos’è la spondilosi cervicale? Con il termine “spondilosi cervicale” – come detto prima – si intende l’artrosi cervicale, ovvero quella malattia che colpisce il rachide cervicale – soprattutto, le vertebre cervicali – e che provoca una progressiva, seppur lenta, erosione della cartilagine che ricopre le articolazioni. Questa patologia colpisce, in special modo, i soggetti in età avanzata, ma può manifestarsi anche prima dei 20 anni di età nei soggetti che sono costretti a restare nella stessa posizione per ore, che soffrono di qualche patologia – come, ad esempio, la cifosi o la scoliosi, che è importante da correggere – o che svolgono lavori sedentari.

I sintomi

I sintomi della spondilosi cervicale sono diversi: mal di testa, ronzio nelle orecchie, disturbi visivi, vertigini, nevralgia, intorpidimento, disturbi dell’udito, formicolii, rigidità muscolare, rigidità articolare, astenia, atrofia muscolare, paralisi muscolare, dolori articolari, dolori muscolari, mal di schiena, ipercifosi, parestesia – la quale provoca diversi altri sintomi – reumatismi, debolezza, iperreflessia, ipoestesia, osteofiti, nausea e rumori articolari. La spondilosi cervicale può causare la mielopatia spondilitica cervicale.

Le cause

Quali sono le cause di questo disturbo cronico? La spondilosi cervicale può essere dovuta all’usura delle articolazioni che uniscono le vertebre all’altezza del collo. La spondilosi predispone ad una diminuzione delle dimensioni del canale vertebrale (stenosi) e, di conseguenza, dello spazio che è a disposizione delle strutture nervose che scorrono al suo interno: con il passare del tempo, la stenosi cervicale e la sporgenza di neoformazioni ossee (osteofiti) nei forami intervertebrali possono causare una mielopatia per via dell’attrito che si verifica sul midollo spinale. È possibile affermare che, in ogni caso, spesso la spondilosi cervicale è causata dall’invecchiamento, ma anche dalla sedentarietà, dal peso in eccesso, da traumi e da alcune posture errate.

La diagnosi

Alla comparsa della sintomatologia e dei segni, è consigliabile contattare il medico che – tramite una serie di analisi ed esami – stabilirà la diagnosi e, dunque, la cura più adatta al caso specifico. Oltre alla classica visita medica, allo studio dei sintomi e agli esami del sangue, potrebbe essere necessario effettuare ulteriori test, come la risonanza magnetica, la radiografia e la TAC.

La terapia

Quali sono i rimedi contro la spondilosi cervicale? La terapia consiste, principalmente, nel rimanere a riposo e, in alcuni casi, nell’utilizzare un collare cervicale, oltre che nell’effettuare alcuni esercizi di fisioterapia. Per alleviare i dolori, potrebbero essere prescritti dei farmaci antinfiammatori e/o corticosteroidi o miorilassanti. Nei casi più gravi, poi, è possibile valutare eventuali interventi chirurgici per stabilizzare la colonna vertebrale e alleviare la pressione esercitata sul midollo spinale, sulla radice del nervo o sui vasi del sangue. Massaggi, yoga, chiropratica e agopuntura possono, inoltre, essere di aiuto contro il dolore e la tensione.

La prevenzione

Essendo l’invecchiamento la maggiore causa della spondilosi cervicale, non è possibile fare molto per evitarla: è, ad ogni modo, possibile cercare di fare della prevenzione dedicandosi a un’attività fisica regolare, in special modo passeggiate, nuoto e yoga.

La prognosi

Infine, la prognosi della spondilosi cervicale dipende da fattori quali le cause scatenanti, la gravità della condizione e la tempestività nell’intervenire con la giusta terapia, oltre che dallo stato di salute e dall’età del paziente: generalmente, il trattamento conservativo è molto efficace per la gestione dei sintomi; mentre, la chirurgia ha esito positivo nel 70-80% dei casi.

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