Sovrappeso: in Italia, 1 bambino su 3

Un'indagine fotografa la situazione dei giovanissimi in Italia e il risultato non è rassicurante: un bambino su tre è sovrappeso e la colpa è, soprattutto, di tv, sedentarietà e dieta scorretta

Bambini sovrappeso, sempre più numerosi

Bambini sovrappeso, sempre più numerosi I bambini italiani sono sempre più “oversize”, complici le cattive abitudini, l’alimentazione sempre più spazzatura e la vita sedentaria, il numero dei piccoli in sovrappeso o, addirittura, obesi, sta crescendo a dismisura. Numeri davvero preoccupanti, che dovrebbero stimolare la riflessione, sia da parte dei genitori, sia da parte delle istituzioni: il quadro allarmante è emerso nel corso della presentazione dei risultati del progetto “Sistemi di indagini sui rischi comportamentali tra i 6 e i 17 anni di età”. Il progetto, promosso dal Ministero della Salute italiano e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, ha fotografato la situazione delle fasce più giovani della popolazione sottolineando la preoccupante crescita della diffusione di sovrappeso e obesità.
 
Dai dati dell’indagine condotta su circa 42.000 bambini della terza elementare evidenzia che rimane alta la prevalenza del sovrappeso, con una percentuale del 23%, e dell’obesità, che si attesta a quota 11%, ma non solo. Tra i dati più allarmanti c’è la diffusione di comportamenti e abitudini poco salutari, tra i bambini: il 9% dei più piccoli salta la prima colazione e ben il 30% comincia la giornata con un pasto non adeguato; una buona fetta dei bambini italiani, circa un quarto, non mangia quotidianamente frutta e verdura; il 50% dei giovanissimi consuma abitualmente bevande gassate, mentre per uno su cinque lo sport occupa solo un’ora la settimana e ben un su due ha la televisione nella propria cameretta.
 
Alimentazione, sedentarietà e televisione sono i soliti imputati e, anche questa volta tornano sotto accusa, alla luce dei dati emersi. La colpa? Secondo gli esperti, è da attribuire soprattutto ai genitori, poco attenti e, che troppo spesso, non hanno una percezione corretta dello stato ponderale dei loro pargoli.