Quella di dormire con la luce accesa è un’abitudine che molti imparano da piccoli, generalmente per ovviare alla paura del buio. C’è chi mantiene questa consuetudine anche in età adulta o chi, semplicemente per pigrizia, può finire per abbandonarsi alle braccia di Morfeo con luci o con spie luminose (come quelle della televisione o del computer) accese. Eppure dormire con fonti luminose attive non sembra salutare.
A sostenerlo è uno studio presentato alla conferenza annuale della Society for Neuroscience dagli studiosi dell’Ohio State University. I ricercatori statunitensi hanno analizzato gli effetti che una luce, anche fioca, ha sul riposo notturno dei topi, giungendo alla conclusione che dormire accanto a fonti di luce accese influisce sul tono dell’umore.
I topi sono stati esposti, per tutta la durata del riposo notturno, a una debole fonte di luce, quindi gli studiosi hanno offerto ai roditori dell’acqua zuccherata e hanno rilevato come gli animali esposti alla luce ne bevessero meno degli altri. Il rifiuto dell’acqua dolce sarebbe un segnare di umore negativo, almeno secondo altri studi precedenti sui topi.
Da qui, dunque, la considerazione che quando il sonno è disturbato da fonti luminose, non necessariamente potenti, ne risente l’umore, con la possibilità di sviluppare anche depressione. Il perché risiederebbe in un’alterazione del ciclo naturale sonno-veglia: del resto questo ciclo è regolato da sostanze che l’organismo produce proprio in relazione alla luce cui viene esposto. Resta da verificare l’effetto sull’uomo, ma nell’attesa può essere utile dormire al buio: ringrazierà forse l’umore, sicuramente la bolletta.