Società Italiana di Pediatria: i bambini nati al Sud hanno +50% rischio di morte nel primo anno vita

Il divario tra Settentrione e Meridione è evidenziato dalle probabilità dei neonati di non sopravvivere e di doversi spostare per potersi curare adeguatamente. Gli esperti lanciano un allarme

Bambini nati al Sud: +50% rischio morte nel primo anno
Foto Unsplash | Kelly Sikkema

Uno studio della Società italiana di pediatria ha evidenziato il profondo divario che c’è tra il Settentrione e il Meridione d’Italia per quanto riguarda la sanità: è emerso che i bambini nati al Sud hanno il 50% di probabilità in più di morire entro il primo anno di vita rispetto ai coetanei nati nel Centro-Nord del paese. Come se non bastasse, hanno anche il 70% in più di rischio di doversi spostare per accedere a cure adeguate; i più colpiti in questo caso sono i piccoli con malattie croniche e rare. La pandemia ha acuito questa differenza tra le aree del paese, con ripercussioni pesanti sui bambini bambini disabili e con malattie gravi.

L’Italia è uno dei paesi a livello mondiale con la mortalità infantile più bassa, meglio anche di altri paesi europei come la Germania o il Regno Unito. Secondo i dati dell’ISTAT, dal 2006 al 2018 c’è stato un progressivo calo della morte entro i primi 28 giorni di vita così come entro l’anno, ma nonostante questo dato medio all’apparenza positivo, continua a esserci una differenza grave tra le due zone del paese

Per il proprio studio, pubblicato sulla rivista Pediatria, la SIP ha preso in esame i dati del 2018: durante questo anno, al Sud si sono verificate il 35,7% delle nascite ma sempre qui si sono verificati il 48% delle morti neonatali il 45% di quelle infantili. Le regioni peggiori da questo punto di vista sono state la Sicilia, la Calabria e la Campania. Terribile la situazione poi per i bambini nati da genitori stranieri che vivono al sud: questi hanno il 100% in più di probabilità di morire entro il primo anno di vita. Un dato estremamente drammatico, che mostra una situazione molto difficile.

Gli esperti della Società italiana pediatri hanno concluso che se nel 2018 nel Mezzogiorno ci fosse stato lo stesso tasso di mortalità infantile che al Nord, sarebbero sopravvissuti ben 200 bambini e se i figli di stranieri avessero avuto lo stesso tasso di quelli con genitori italiani ne sarebbero sopravvissuti ben 88

Il fatto che nascere in un determinato territorio all’esterno dello stesso paese Italia possa dare più o meno maggiori probabilità di sopravvivenza, ha commentato presidente SIP Annamaria Staiano, è inaccettabile: i dati dello studio mostrano quanto sia necessario un cambiamento il più rapido possibile del sistema sanitario affinché tutti i bambini siano tutelati e possano curarsi e crescere.