Sindrome di Bridget Jones: l'angoscia di restare "zitelle" a vita

Sono molte di più di quanto si creda le mdonne affette dalla Sindrome di Bridget Jones, ovvero la paura di restare a vita 'zitelle'; ma i rimedi esistono, eccome!

Ansiosa
Da che mondo è mondo la donna cerca l’uomo e viceversa e qui siamo nella normalità, ma esiste uno stato che si potrebbe definire persino patologico e che riguarda la donna ma che potrebbe coinvolgere, a diverso titolo anche l’uomo, tuttavia, per quanto riguarda il “gentil sesso” si finisce per parlare di Sindrome di Bridget Jones quando ci si trova in quello stato quasi ossessivo della donna che, soprattutto superati i 30 anni, richiede in maniera spasmodica la compagnia di un uomo da poter annoverare come fidanzato o comunque compagno di vita e nel farlo finisce per non andare troppo sul sottile in fatto di discernimento nella scelta del compagno.
E’ questo uno stato che finisce col causare problemi, persino angoscia alla donna che se non riesce nel suo intento, finisce per piombare nell’ “angoscia da single”, insomma quel pensiero fisso di chi spera, prova, tenta e, magari finisce pure col compiere un errore dopo l’altro pur di accompagnarsi ad un uomo, chiunque esso sia.
 
Da un punto di vista psicologico pare che sia la donna più soggetta dell’uomo ad avvertire la causa di quel senso di vuoto spiegato dagli psicologi anche sulla base della conformazione anatomica dell’organo sessuale della donna, si pensi al ruolo riempitivo che non è solo prerogativa dell’organo maschile ma anche della possibilità della donna di restare incinta e dunque colmare quel vuoto che una volta preso il sopravvento finisce col frustrarla allorquando avverta la paura di vuoto interiore e di smarrimento personale al punto da condividere la propria vita, nella peggiore delle ipotesi, con un compagno non amato ma semmai visto come ripiego estremo ad una solitudine ritenuta perenne.
 
Si tratta soltanto di capire quali possano essere le cause alla base della Sindrome di Bridget Jones ed è opinione diffusa, da parte degli specialisti, ritenere che all’origine di questo stato patologico possa esserci una sorta di insicurezza cronica da parte di chi ne soffra, la stessa insicurezza che alberga in chi ritiene di dover essere destinata per tutta la vita alla solitudine compresa l’ansia di non riuscire più ad avere una maternità.
 
Le soluzioni sono intrinseche in chi vive questa condizione e così, evitare di vedere se stessi e la stessa vita soltanto come fonte di insuccessi continui, aiutare il proprio corpo a mantenersi in forma, oggi i sistemi, per’altro non mancano e, nei casi in cui ci si sente del tutto attanagliati dalla cattiva sorte, non avere indugi a consultare uno psicologo, l’unico forse titolato a risolvere, dando fiducia in se stessi e valorizzando quella parte tenuta più sopita e mai valorizzata, per contrapporsi a quelle che si ritiene siano le peggiori negatività della vita.