Si rischia una grave intossicazione alimentare: attenzione a come conservate questo alimento, l’errore può essere fatale

Intossicazione da cibo
Intossicazione da cibo mal conservato: a quale alimento fare attenzione – tantasalute.it

Alcuni cibi, quando conservati male, possono dare vita a una seria intossicazione alimentare, con sintomi altamente fastidiosi

La conservazione dei cibi è una questione da non sottovalutare. A volte, si tende a dare per scontato questo fattore, concentrandosi maggiormente sulla data di scadenza. In realtà, anche se tale dato è di fondamentale importanza, ci sono altri elementi da tenere in considerazione. Quando si comprano determinati prodotti, soprattutto se freschi e non congelati, il rischio di andare incontro a un eventuale deterioramento è alto.

Le conseguenze possono essere molto spiacevoli in base al tipo di contaminazione. A volte, si può assistere a dei semplici fastidi intestinali, in altri casi, però, la situazione può degenerare fino a necessitare l’intervento del medico. In particolare, c’è un alimento che andrebbe gestito con particolare cautela. È piuttosto diffuso sulle tavole degli italiani e determinati errori potrebbero dare vita a una vera e propria sindrome.

Questo cibo può dare vita a una reazione spiacevole: ecco come prevenirla

I ristoranti sono dotati di personale qualificato che, almeno in teoria, conosce bene tutte le norme da rispettare in cucina. La conservazione dei cibi è una tra le principali. Tra le mura domestiche, potrebbe esserci qualche dubbio in più a causa della mancanza di informazioni specifiche o del desiderio di non sprecare parte dei prodotti acquistati. Inutile dire che la salute dovrebbe avere la priorità su tutto il resto.

tonno rischio intossicazione alimentare
La sindrome sgombroide è legata la pesce mal conservato – tantasalute.it

Ci sono degli alimenti che, se conservati male, possono scatenare la sindrome sgombroide. Si tratta di un’intossicazione innescata dall’alto livello di istamina. Si presenta dopo aver mangiato pesce, in particolare tonno, sardine, acciughe, sgombro e aringhe. Non bisogna attendere molto per il sopraggiungere dei sintomi. I primi disturbi si possono avvertire dopo circa 30 o 60 minuti dall’ingestione.

Le manifestazioni più comuni comprendono cefalea, crampi addominali, nausea, diarrea, eritemi cutanei. Alcune persone, però, possono andare incontro anche a problematiche più serie come il broncospasmo e l’ipertensione. Nell’arco di qualche ora si ha una regressione spontanea dei disturbi, però, il medico potrebbe prescrivere un antistaminico per i casi più seri.

Ovviamente, l’obiettivo principale è quello di prevenire la sindrome sgombroide. La prima cosa da fare è quella di gestire al meglio la conservazione del pesce. Dopo averlo acquistato, andrebbe tenuto in frigorifero per massimo due giorni. Inoltre, le alte temperature rappresentano una delle principali cause di deterioramento dell’alimento. Non bisognerebbe mai lasciarlo incustodito sul mobile della cucina, magari mentre si sta preparando altro.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Daniele Paci (@daniele.paci.agronomo)

Nel caso di prodotti in scatola, come il tonno, l’ideale sarebbe mangiare l’alimento subito dopo averlo aperto. Se si avesse la necessità di conservarne una parte, essa andrebbe riposta in frigorifero. Il liquido presente, solitamente l’olio extravergine di oliva, non dovrebbe mai scendere sotto il livello del cibo.