Settimana dell'Atopia: iniziativa di sensibilizzazione sui problemi della pelle in tutte le farmacie d'Italia

Dermatite atopica

Dermatite atopica

Dal 14 al 19 novembre, in tutta Italia, i cittadini potranno esporre al proprio farmacista di fiducia dubbi e questioni legati alla pelle, compilare un questionario che valuta l’eventuale presenza di dermatite e ottenere utili consigli e materiali informativi per mantenere il benessere della pelle e creare le condizioni favorevoli al ripristino della barriera epidermica. Comincia tutto con un arrossamento, sembra un’infiammazione che causa anche di prurito, secchezza e desquamazione.

«Con un’incidenza che è in costante aumento nei paesi industrializzati la dermatite atopica (DA) nel bambino è una patologia sempre più attuale, vissuta come un vero problema dai genitori. Colpisce dal 6 al 20% dei bambini. La Dermatite Atopica è una malattia infiammatoria cutanea a decorso cronico-recidivante – spiega la dottoressa Marina Fantato, specialista in dermatologia – frequentemente associata a storia personale e/o familiare di manifestazioni atopiche quali asma o rinocongiuntivite allergica: circa il 70% dei pazienti con DA presenta un’anamnesi positiva per atopia. La Dermatite atopica è una forma di eczema».
Oggi si parla di bambini “atopici” nel senso di identificare pazienti con un disordine geneticamente determinato, nel quale è riscontrabile un’aumentata tendenza alla produzione di Immonoglobuline e un’elevata suscettibilità ad alcune malattie.
«La Dermatite atopica si manifesta in sedi tipiche a seconda dell’età di insorgenza, e può presentarsi in forma acuta con eritema, vescicole, ed in forma cronica con ispessimento della pelle e papule escoriate – spiega Anna Cammisa, specialista in dermatologia e veneorologia – in base all’età del paziente si possono distinguere tre fasi: la prima fase quella del neonato e del lattante, in cui ad essere colpite sono prevalentemente le guance, fronte, mento e cuoio capelluto; la seconda del bambino (fino più o meno ai dieci anni di età), in cui le sedi sono soprattutto perioculare, periorale, retroauricolare, collo e pieghe flessorie degli arti; la terza dell’adolescente e dell’adulto in cui ad essere colpite sono le palpebre, le zone flessorie degli arti, il tronco e le mani».
In merito all’eziopatogenesi della malattia, l’ago della bilancia – attualmente – è orientato su un aumento dei fattori ambientali in proporzione a quelli genetici ed alimentari. Ma qual è l’evoluzione della malattia?
«Dipende dalla gravità del caso – prosegue la dottoressa Fantato – in una vasta percentuale di casi si attenua molto o addirittura si ha remissione clinica spontanea in età puberale. Altri casi solitamente i più gravi evolvono verso un peggioramento e necessitano di cure continuative. Scopo della terapia sono innanzitutto l’eliminazione dei fattori scatenanti del prurito, la soppressione dell’infiammazione e l’idratazione della cute. La terapia topica si avvale di paste ad azione lenitiva e idratante e nelle fasi di riacutizzazoni brevi periodi di applicazioni di steroidi o immunosoppressori. La terapia sistemica soprattutto degli antistaminici per il controllo del prurito e nei casi gravi terapia corticosteroidea sistemica per breve periodo».
«Anche la Fototerapia – conclude Marina Fantato- come quella effettuata presso la Clinica Cimarosa di Milano con la metodologia Ratokderm rappresenta un ottima terapia che può sostituire quella farmacologica con ottimi risultati».
Attualmente la dermatite atopica è considerata una patologia multifattoriale. «La psiche influenza la salute della pelle. L’epidermide è la nostra barriera tra il dentro ed il fuori – aggiunge Elisa Stefanati – psicoterapeuta presso la stessa clinica – ove la mente ricorra al corpo al fine di far fronte a situazioni difficili di vita, il paziente psicosomatico è notoriamente caratterizzato da una difficoltà a identificare ed esprimere le proprie emozioni, che possono essere scaricate, quindi, sul corpo, sulla pelle. La letteratura evidenzia che chi soffre di questo tipo di malattia manifesta comportamenti ansiosi. E’ consigliabile indagare il rapporto con la figura materna. Una presenza “emotiva” materna adeguata è sempre indispensabile per il conseguimento di un sano sviluppo della percezione di sé come corpo, oltre al raggiungimento di un valido equilibrio psicosomatico».