Cos’è la sepsi? I sintomi di questa patologia sono gravi e le sue cause possono essere diverse: la sepsi – nota anche come setticemia – è, quindi, una malattia pericolosa, per cui è opportuno intervenire tempestivamente. Tale condizione medica, generalmente, è riconducibile a un’infezione. Ma qual è la sintomatologia esatta legata alla sepsi? Quali sono le sue cause? Quale il trattamento da seguire per poter giungere alla guarigione? Scopriamo di più in merito.
Cos’è
Cos’è la sepsi? La sepsi è una grave patologia nota anche come setticemia: questa malattia potenzialmente pericolosa è riconducibile a un’infezione, che può essere sospetta o nota. La sepsi è conosciuta anche come avvelenamento del sangue o batteriemia – dato che può essere dovuta alla presenza di batteri nel sangue – e può essere letale, se non curata in modo corretto e tempestivamente. La sepsi può colpire chiunque, ma maggiormente a rischio sono bambini, anziani e persone con sistema immunitario debilitato, come i soggetti affetti da cancro o diabete.
I sintomi
I sintomi della sepsi includono tachicardia – ovvero, più di 90 battiti al minuto a riposo – aumento della frequenza respiratoria, anomalia del numero di globuli bianchi e temperatura corporea troppo alta o troppo bassa. Possono essere, inoltre, presenti ferite con pus – che possono essere la causa della patologia – disuria o tosse produttiva. Negli anziani possono, poi, verificarsi debolezza, confusione, pelle più scura, brividi e respirazione veloce; nei bambini, invece, i sintomi sono simili a quelli degli adulti con febbre, segni vitali anomali, convulsioni, vomito, letargia e diuresi ridotta. Nei casi più gravi, sono presenti pelle a chiazze, diminuzione delle piastrine, difficoltà respiratorie, ridotta produzione di urina e pressione sanguigna molto bassa.
Le complicazioni
La sepsi può provocare diverse complicazioni: questa può essere considerata grave quando si verificano danni agli organi. Può, inoltre, condurre a shock settico, morte dei tessuti – ovvero, a cancrena – e, successivamente, a morte: è, quindi, di fondamentale importanza agire, tempestivamente, con la cura adatta. Con il peggioramento della condizione medica, il sangue ha maggiori difficoltà a raggiungere gli organi vitali come, ad esempio, il cuore, il cervello e i reni.
Le cause
Questa malattia può essere dovuta, nella maggior parte dei casi, a infezioni batteriche, infezioni fungine, infezioni del sangue, infezioni renali e infezioni addominali. Più raramente, si verificano casi di sepsi dovuti ad altre cause, come polmonite o indebolimento del sistema immunitario causato da terapie antitumorali, dal virus HIV – importante da prevenire – o altri fattori. La sepsi può, quindi, essere considerata una grave complicazione delle infezioni.
La prevenzione
Importante è fare della prevenzione: sono, infatti, diversi i fattori di rischio che non vanno sottovalutati. Come poter agire? Riducendo il rischio di contrarre infezioni, ovvero curando l’igiene – lavandosi le mani ed evitando le fonti di infezioni – e vaccinandosi. Inoltre, se si presentano infezioni, una cura tempestiva è il miglior modo per prevenire la sepsi.
La diagnosi
Alla comparsa di segni e sintomi, occorre contattare immediatamente il medico che – tramite una serie di analisi ed esami – stabilirà la diagnosi e, dunque, la terapia più adatta al caso specifico. Di fondamentale importanza sono i test di laboratorio, gli esami dei globuli bianchi e quelli della frequenza respiratoria, oltre che radiografia, TAC, ecografia e risonanza magnetica. Gli esami servono ad escludere la presenza di altre malattie e ad identificare il tipo di infezione.
La cura
Quali sono i rimedi contro la sepsi? La cura dipende dalla causa scatenante. Spesso, tale disturbo va trattato con il ricovero ospedaliero immediato, tramite la somministrazione di farmaci antibiotici per via endovenosa e altre terapie mirate alla cura delle disfunzioni degli organi colpiti. Inoltre, gli interventi chirurgici possono essere necessari per rimuovere o drenare la fonte dell’infezione: potrebbe, infatti, essere necessario ricorrere all’amputazione degli arti. In caso di grave sepsi o shock settico, è necessario il ricovero in terapia intensiva, dove potrebbero essere attuate delle procedure di rianimazione – per stabilizzare, ad esempio, la funzionalità cardiaca e quella respiratoria – e potrebbe essere utile ricorrere a ossigeno e alla somministrazione di liquidi tramite flebo, oltre che alla dialisi – nel caso di insufficienza renale – o all’utilizzo del respiratore.
La prognosi
Infine, la prognosi dipende da diversi fattori: ad esempio, dalla tempestività di intervento e dalla gravità della malattia, oltre che dall’età e dallo stato di salute del paziente. Possono, inoltre, insorgere delle complicazioni legate alla sepsi e la morte sopraggiunge, generalmente, a causa delle disfunzioni degli organi. Il tasso di mortalità, in caso di grave sepsi, si avvicina al 50 per cento.