Da tanto tempo, gli scienziati stanno studiando l’evoluzione del corpo umano dei secoli. Non è una novità che gli uomini siano cresciuti notevolmente in altezza. E la responsabilità è (almeno in parte) delle condizioni igienico-sanitarie migliorate e di un’alimentazione più completa, caratteristiche dei Paesi del primo mondo. Ma finora non era chiaro in che modo questi fattori agissero a livello cerebrale, nel permettere agli uomini di diventare più alti e di entrare nella pubertà in anticipo. Ora arriva la scoperta che ha dissolto tanti dubbi.
Perché gli uomini sono cresciuti in altezza
È evidente che l’essere umano abbia uno sviluppo più importante a livello fisico, da un secolo a questa parte. Non solo uomini e donne sono mediamente più alti rispetto a 100 anni fa, ma entrano nella fase della pubertà prima del solito. Ad esempio, in Corea del Sud vi è stata una crescita vertiginosa proprio nel periodo in cui il Paese abbandonava la sua condizione di povertà per diventare pian piano sempre più ricco. Sappiamo che il merito di questi cambiamenti fisici vada soprattutto all’alimentazione: la popolazione ha maggior accesso a cibi di qualità. Ma in che modo questo spinge il cervello a dare il via ad una crescita più importante?
Questa è una curiosità che ha spinto molti ricercatori a studiare attentamente ciò che accade nell’ipotalamo, per cercare una spiegazione. Un’analisi condotta dall’Università di Cambridge, in collaborazione con altri prestigiosi istituti da ogni angolo del mondo, ha portato alla scoperta di un recettore cerebrale che stimola il processo di sviluppo sessuale precoce e di crescita in altezza negli uomini e nelle donne.
Lo studio sul “sensore” che permette di crescere
Lo studio è stato pubblicato su Nature, e ha preso in considerazione un campione di ben mezzo milione di volontari iscritti ad un database internazionale di informazioni genetiche e sanitarie. Analizzando il loro patrimonio genetico, gli scienziati hanno individuato il recettore chiamato MC3R. Questo funge da collegamento tra le migliori condizioni sanitarie e alimentari e lo sviluppo e la crescita sessuale degli individui. Se questo “interruttore” non funziona a dovere, si hanno persone tendenzialmente più basse e che iniziano la pubertà più tardi.
Nel vesto campione preso in considerazione, i ricercatori hanno trovato un soggetto che presentava una mutazione in entrambe le copie del gene MC3R, una condizione rarissima. La persona in questione è molto bassa ed è entrata nella fase puberale dopo i 20 anni. E non solo: gli scienziati hanno studiato anche i topi, e hanno così evidenziato che lo stesso meccanismo funziona anche negli animali.
Tutto ciò potrebbe avere una grande importanza in futuro. Sarà forse possibile sviluppare dei farmaci in grado di aiutare i bambini con gravi ritardi nella crescita, ma anche i soggetti che – a causa di malattie croniche – soffrono di un indebolimento muscolare e hanno bisogno di sviluppare massa.