L’obesità è una patologia che colpisce sempre più persone persone nel mondo, che durante il lockdown si è acuita in alcune zone del mondo e che inoltre raddoppia la probabilità di morire in caso di Covid. Molto difficile da curare in maniera rapida per salvaguardare la salute del paziente, coinvolge aspetti fisici e psicologici complessi. Proprio per questo, la scoperta fatta dal team guidato dal ricercatore Davide Ruggero presso l’Università della California a San Francisco è di portata decisamente notevole.
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Metabolism, è stato svolto sui topi ed è stato fatto per comprendere cosa accade nel corpo quando ingeriamo grandi quantità di grassi. È stato dunque scoperto che la proteina Elf4e, presente in tutte le cellule dell’organismo, con la sua attivazione è la responsabile dell’accumulo nei grassi nel corpo.
La proteina Elf4e causa l’obesità e alcuni tipi di tumori
È stato osservato che quando gli animali possedevano soltanto il 50% di questa proteina, anche mangiavano in grandi quantità e avendo una dieta ricca di grassi, ma non ingrassavano. La Elf4e fa sì che si formino gli strati lipidici, le cosiddette goccioline: bloccata nella sua attività, automaticamente si arresta la metabolizzazione del grasso anche sul fegato, oltre non interferire sull’energia. I topi, infatti, non risultavano appesantiti né letargici, alcuni dei tanti effetti collaterali dell’obesità.
La proteina è stata analizzata anche perché è la principale indiziata per quanto riguarda, oltre che malattie del fegato, anche alcuni tipi di tumore. Per questo lo studio guidato dal prof Ruggero è particolarmente importante, perché va a comprendere l’origine di diverse malattie in alcuni casi molto difficili da curare.
Il risultato della scoperta ha portato alla formulazione di un farmaco che è già in fase di sperimentazione su alcuni pazienti volontari affetti da diversi tipi di cancro.