Quando parliamo di scoliosi siamo abituati a pensare alla deviazione della colonna vertebrale che insorge nell’infanzia, a volte associata a un difetto posturale e molto spesso trattata con busti, ginnastica correttiva, o con la chirurgia. Ma esiste anche una forma congenita di scoliosi, cioè presente sin dalla nascita, che rappresenta il 10% di tutti i casi.
Diverse sono le possibili cause di questo incurvamento anomalo congenito . A volte si riconosce la presenza di emivertebre o emispondili: in sostanza sono presenti abbozzi di vertebre non del tutto sviluppate, che, incuneati da un lato, tra quell sane, contribuendo, così, a deviare la colonna (vedi foto). Tradizionalmente questo problema viene affrontato bloccando le articolazioni colpite o il nucleo di crescita delle vertebre stesse. Ma poiché l’emivertebra non viene rimossa, la scoliosi resta.
Interventi chirurgici di rimozione dell’abbozzo vertebrale si fanno, ma generalmente occorrono due operazioni differenti, piuttosto impegnative e invasive, in cui si rimuove una parte di vertebra alla volta, accedendo alla colonna posteriormente e anteriormente (dal torace o dall’addome).
All’Ospedale Bambin Gesù di Roma è stata, invece, messa a punto una tecnica chirurgica che permette di correggere la scoliosi congenita internvendo sulla colonna vertebrale con un’unica operazione, raggiungendo la vertebra da asportare esclusivamente dalla parte posteriore e stabilizzando la colonna con delle speciali viti.
Con un solo intervento di questo tipo si risolve la scoliosi riducendo il trauma per il piccolo paziente. Questo genere di operazioni, infatti, va svolto il prima possibile, verso i 2 anni di età: si evita così che la deformità raggiunga livelli tali da richiedere viti molto estese che possono ostacolare la mobilità articolare.