La scoliosi, per definizione, è un’alterazione permanente della colonna vertebrale il cui sviluppo è possibile sino a che parte delle ossa sono ancora in fase di sviluppo, quindi cartilaginee. Una grande distinzione che dobbiamo fare è tra la scoliosi vera e propria, e gli atteggiamenti scoliotici i quasi sono una modifica della colonna vertebrale solo quando siamo in posizione eretta e compiamo movimenti.
Per comprendere le modificazioni che comporta la scoliosi, immaginate di visualizzare la colonna vertebrale come un serpente disteso in tutta la sua lunghezza su un tavolo: appena questi inizierà a muoversi si creeranno delle curve lungo il suo corpo, lo stesso vale nelle scoliosi. La classificazione può essere compiuta a seconda che la curvatura sia avvenuta nella zona bassa/lombare o superiore/toracica o che sia un misto delle due, portando la schiena a formare una vera e propria “S”.
Uno degli esami più semplici ed intuitivi che ci aiutano a diagnosticarla è porci alle spalle del soggetto, chiedergli di piegarsi sino a toccare le punte dei piedi tenendo le gambe ben distese, ed osservare il profilo della sua schiena: l’esame può dirsi positivo quando vedremo comparire un asimmetria, una piccola gobba, su uno dei due lati della schiena. Per studiare, in seguito, le caratteristiche specifiche di questa deviazione e poter determinare la gravità del quadro si consiglierà una risonanza magnetica.
La scoliosi è una patologia subdola: evolve senza dolore, e quando lo scheletro termina di svilupparsi le modificazioni date dalla malattia sono oramai strutturate, certo ancora affrontabili ma non con la stessa possibilità di miglioramento che si può ottenere con un trattamento eseguito a seguito di una diagnosi precoce.
E’ un nemico insidioso, poiché durante gli anni e in base alla gravità comporta non pochi problemi: mal di schiena ricorrenti, problemi alla respirazione, alla circolazione sanguigna, e il velocizzare o aggravare tante problematiche ortopediche che possono presentarsi negli anni, come protesi d’anca o ginocchio molto prima dei coetanei.
Il trattamento consigliato è ad oggi ancora fonte di dibattito. Nelle forme più gravi la terapia elettiva è spesso l’intervento chirurgico, di fatto verranno inserite delle placche vicino le vertebre che determinano la curvatura anomala al fine di raddrizzare in maniera forzata la schiena, spesso si associa anche l’uso di corsetti e plantari per provare a guidare uno sviluppo più armonico dello scheletro.
Personalmente, per quello che è la mia esperienza di fisioterapista, consiglio e incoraggio le sedute posturali: è un lavoro faticoso e stressante per il bambino o il ragazzo, ma specie nei casi in cui non si vuole o non si deve operare, è la via migliore per rallentare o bloccare lo sviluppo anomalo, ma addirittura per far regredire la patologia.
Scoliosi: come riconoscerla e come correggerla
Alcuni consigli del fisioterapista su come riconoscere e correggere la scoliosi
