La schizofrenia è una malattia cronica, sulla quale si hanno ancora diversi pregiudizi. Questi ultimi sono legati alla malattia mentale e spesso la schizofrenia non riceve la stessa attenzione a livello mediatico rispetto alle altre patologie. L’osservatorio O.N.Da ha presentato i risultati di una specifica ricerca, che è volta a lanciare un messaggio di speranza, perché da questa condizione di disagio mentale si può uscire. I sintomi della malattia sono tanti e comprendono comportamenti psicotici e manifestazioni che interessano la sfera cognitiva. L’impatto sociale ed esistenziale della patologia è molto alto, come complesse sono le cause, rintracciabili in un’interazione tra geni ed ambiente. Le cure, comunque, possono essere efficaci, permettendo, con la ricerca e l’innovazione, di ridare la possibilità di uscire dalla sofferenza psichica.
I sintomi
I sintomi della schizofrenia vengono distinti in positivi, negativi e cognitivi. I primi comprendono comportamenti psicotici, che possono andare e venire. Fra i sintomi positivi ci sono le allucinazioni, con la percezione di voci, che costituiscono il tipo più comune di allucinazione. Le voci, in genere, spingono il malato a compiere delle azioni o lo mettono in guardia da un pericolo, che in realtà non esiste.
Poi ci sono i deliri: il paziente crede in qualcosa, nonostante gli altri gli dimostrino che non sia né vero né logico. Ci sono deliri di persecuzione, di controllo, ipocondriaci, religiosi, di grandezza. Può pensare che gli altri stiano cercando di fargli del male, di essere oggetto di una truffa, di una molestia o di un avvelenamento. Le manie di persecuzione possono interessare anche le persone care, in casi di vera e propria paranoia.
Si manifestano disturbi del pensiero, come la difficoltà ad organizzare le proprie idee. Ci possono essere dei disturbi del movimento, che appaiono come movimenti agitati del corpo. I sintomi negativi, invece, si associano ad interruzioni del consueto stato emotivo: una mancanza di piacere nella vita quotidiana, una scarsa comunicazione, l’incapacità di portare avanti le attività, il trascurare l’igiene di ogni giorno e vere e proprie forme di depressione.
Fra i sintomi cognitivi, che spesso non sono ampiamente riconoscibili, ci sono i problemi di concentrazione, la difficoltà nel prendere le decisioni e l’incapacità di utilizzare le informazioni dopo averle apprese. A differenza di quanto si pensi, i soggetti schizofrenici generalmente non sono violenti.
Le cause
Le cause della schizofrenia vanno rintracciate innanzi tutto nella genetica, in quanto la malattia si presenta come un disturbo a carattere familiare. La ricerca scientifica ha messo in evidenza che ad intervenire non è un solo gene, ma diverse e rare mutazioni genetiche, che molto probabilmente influenzano lo sviluppo cerebrale. In ogni caso è l’interazione fra geni e ambiente la condizione essenziale perché si possa sviluppare la malattia. Ci sono, comunque, molti fattori psicosociali non ancora identificati totalmente. Gli esperti pensano anche che le persone malate possano essere soggette ad uno squilibrio nelle reazioni chimiche del cervello, che coinvolgono neurotrasmettitori come la dopamina e il glutammato.
Le ricerche hanno permesso di riscontrare nel cervello dei pazienti schizofrenici dei piccoli cambiamenti nella distribuzione delle cellule: molto probabilmente tutto ciò si è verificato prima della nascita, ma i problemi compaiono soltanto da dopo la pubertà, perché in questa fase il cervello subisce dei grandi cambiamenti.
La schizofrenia si può manifestare anche nei soggetti che fanno abuso di alcune sostanze stupefacenti. I ricercatori, comunque, credono che l’uso di droghe non sia la causa del problema, ma che ci possa essere un legame fra malattia e un rischio più alto di arrivare all’abuso di alcool e droghe.
I test
Spesso si ritiene che possano essere configurati degli specifici test per la schizofrenia. In realtà, da questo punto di vista, bisogna fare una certa attenzione, perché la diagnosi della schizofrenia è molto complessa e non può essere affidata al fai da te. Online possono trovarsi dei quiz, che danno delle indicazioni molto spesso non attendibili.
Un vero test psicologico deve obbedire a dei criteri ben precisi, come la standardizzazione, la validità del contenuto, l’efficacia rispetto ad un criterio esterno e la validità del costrutto. Solo in questo modo può essere considerato attendibile. Comunque, in senso generale, il disagio schizofrenico può essere riconosciuto soltanto dagli esperti, attraverso un’attenta e generale considerazione del quadro sintomatologico.
Le cure
Le cure per la schizofrenia sono composte da farmaci antipsicotici e da trattamenti psicosociali. I farmaci vengono assunti in compresse o in forma liquida e sono in grado di agire contro alcuni sintomi della malattia, come l’agitazione e le allucinazioni. Queste manifestazioni sintomatologiche scompaiono in pochi giorni, i deliri vanno via nel giro di poche settimane e in poco tempo si possono constatare molti miglioramenti. E’ pur vero, comunque, che le reazioni all’uso degli antipsicotici possono variare da persona a persona.
I trattamenti psicosociali hanno un obiettivo determinato. Si tratta di aiutare i malati nella loro vita quotidiana, nella comunicazione, nella cura di loro stessi, nel lavoro e nei rapporti sociali. Il paziente deve imparare a gestire la malattia, attraverso un processo di adattamento e per mezzo di un’acquisizione di consapevolezza anche nei confronti dei segni che indicano una recidiva. Si deve insistere anche sull’educazione familiare e sui gruppi di aiuto, per trovare sostegno a vicenda. Fondamentale è la terapia cognitivo-comportamentale, perché i soggetti imparino a verificare la realtà dei loro pensieri e delle loro percezioni.
Come emerso dall’evento “menti in movimento: esperienze dentro la schizofrenia” tenutosi lo scorso 6 novembre a Milano, la schizofrenia è curabile, a patto che sia individuata e curata precocemente. Molte volte accade che la malattia sia riconosciuta e curata in ritardo. Il professor Carlo Altamura, Presidente della Società Italiana di Psicopatologia, ha sottolineato che individuare precocemente la malattia migliora le possibilità di trattamento. L’esperto ha fatto notare che più la psicosi procede, più danni può causare al cervello di una persona.
Si insiste molto anche sull’integrazione delle cure, che rappresenta la novità importante nel far superare anche i pregiudizi che gravano sulla malattia. Spesso si pensa che la schizofrenia sia incurabile, ma oggi la psichiatria moderna è in grado di approntare delle cure efficaci. Il professor Emilio Sacchetti, Presidente della Società Italiana di Psichiatria, ha fatto notare che nel 60% dei casi i malati migliorano in maniera notevole e riescono a raggiungere una buona qualità della vita, con possibilità di inserimento a livello sociale e lavorativo.
Il professor Sacchetti ha messo in evidenza l’importanza di una cura personalizzata, di evitare che la persona malata rimanga isolata e di una sensibilizzazione adeguata per i familiari, perché possano essere eseguite scrupolosamente le prescrizioni mediche.
La società può essere considerata come il luogo della cura, intesa come risorsa per supportare le persone malate e i loro familiari. Per questo non si devono trascurare le opportunità di costruire una rete di collaborazione, anche in vista del reinserimento sociale dei pazienti.