È in aumento il carico di lavoro dei medici di famiglia: almeno questo emerge dal VI rapporto Health Search della Società Italiana di Medicina generale, che ha monitorato i comportamenti di un campione di 650 medici di base. Infatti, rispetto al 2003, quando il numero di contatti medico-paziente era di 6,6 l’anno, per paziente, siamo arrivati a 7,1 nel 2009, all’incirca 30 visite al giorno.
I contatti medico-paziente sono quelle visite ambulatoriali che terminano con un intervento registrato nella cartella clinica informatizzata del paziente, cioè con una diagnosi, la prescrizione di un farmaco o la prescrizione di una visita specialista o di esami diagnostici. In particolare, dal rapporto emerge che il 23% delle visite termina con la richiesta di esami diagnostici, il 14% con la prescrizione di una visita specialistica e ben il 72% con una ricetta per la prescrizione di farmaci.
Tra le patologie, quella che impegna maggiormente il medico di famiglia è l’ipertensione, cui è dedicato il 15,5% delle visite, seguita dal diabete mellito (5,3%) e dai disordini del metabolismo dei grassi (3,3%). Ma in base al numero medio di visite annuali, sono i pazienti con diabete i più assidui frequentatori, seguiti da quelli con cardiopatia ischemica cronica e quelli colpiti da infarto miocardico acuto.
Il Rapporto (consultabile sul portale Health Search) infine, ha permesso di valutare anche l’efficienza del Sistema Sanitario Nazionale, soprattutto in termini di costi. È emerso così che un paziente assistito dal medico di famiglia costa mediamente in un anno 382,7 euro. Un ricovero ospedaliero ordinario, invece, arriva a costare poco più di 3 mila euro per le donne e 3500 per gli uomini.