La Sanità italiana si è sempre distinta per essere pubblica, aperta a tutti. Ora però la situazione sta cambiando.
Se nel tempo sembrava una follia totalmente lontana, ora la questione apre una nuova via con il primo pronto soccorso a pagamento.
Arriverà anche in Italia il modello americano? In realtà ci sono altri Paesi in Europa dove questo esiste già, dove c’è un funzionamento basato non sul pubblico ma su assicurazioni a pagamento, come nei Paesi Bassi. Il modello quindi non è così lontano come si può immaginare.
Primo pronto soccorso a pagamento: la Sanità italiana diventa a pagamento?
Le strutture sanitarie italiane sono sia di tipo pubblico che privato ma il pronto soccorso accoglie sempre tutti. I pazienti vengono curati siano essi residenti o meno sul territorio, il principio base è garantire la salute per tutti. Questo nel tempo è avvenuto non senza difficoltà, ovviamente offrire di tutto gratis per tutti non è possibile se non ci sono le basi economiche per sostenere la macchina che lavora.

Per questo sono stati introdotti i vari codici, solo coloro che rappresentano una vera urgenza vengono trattati al pronto soccorso gratis, gli altri devono pagare un ticket. Questo sistema ha evitato in primo luogo che le persone usassero i PS per fare analisi che potevano essere organizzate e pianificate diversamente.
Il sistema di privatizzazione però ora fa dei passi avanti e anche in Italia si apre una strada nuova. A Brescia ha aperto il primo pronto soccorso d’Italia a pagamento. Niente attese per le diagnosi, niente fila, niente caos ma un intervento immediato. Il modello della privatizzazione rischia di mettere a rischio i diritti fondamentali? In Europa qualcosa sta cambiando, il mercato probabilmente subirà delle variazioni per fronteggiare un’emergenza in termini di budget che non sembra poter essere diversamente risolta.
Questo non vuol dire che cambierà tutto e che ogni servizio sarà a pagamento come negli Stati Uniti. Piuttosto probabilmente le strutture private andranno ad affiancare quelle pubbliche e il cittadino avrà scelta. Ciò sicuramente genera una buona dose di preoccupazione, tuttavia è possibile ispirarsi non al modello americano che non decolla in termini di diritti ma a quello olandese che sembra funzionare, assicurando comunque i trattamenti per tutti ma distribuendo diversamente le cure essenziali da quelle che invece possono essere elaborate con modalità differenti.
Nel tempo ci sono sempre dei cambiamenti e dei nuovi modelli, le esigenze cambiano e anche la Sanità deve fare i conti con i limiti dell’economia e del mercato ma sicuramente sarà fatto nel rispetto dei diritti umani come è sempre stato.