Sanità: ancora due velocità fra Nord e Sud

Il Nord cresce in fatto di prevenzione e risorse e il Sud arretra e ciò nonostante il fatto che la spesa procapite è alta anche nelle regioni del Sud Italia; cattiva gestione della cosa pubblica?

Articolo aggiornato il 3 Marzo 2009

Servizio Sanitario Nazionale
Ancora due Italie che si misurano con una forbice ancora troppo larga che taglia il Nord ed il Sud in ambito alla Sanità, il Nord che conta su una rete di prevenzione efficace e sempre maggiori investimenti in ambito sanitario ed il Sud che morde il freno, stretto nella morsa del deficit economico che impedisce di ricavare risorse alla stregua del settentrione, anche laddove esisterebbero le potenzialità per giungere a ciò.
Una cosa però, secondo il Rapporto Osservasalute 2008, ovvero un’approfondita analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell’assistenza sanitaria nelle Regioni italiane, presentato oggi al Policlinico Gemelli di Roma e pubblicato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane (che ha sede presso l’Università Cattolica di Roma ed è coordinato dal professor Walter Ricciardi) ed è frutto del lavoro di 266 esperti di sanità pubblica, accomuna ogni area geografica del nostro Paese; le cattive abitudini in ambito alla salute.
 
Tali cattive abitudini e stili di vita concernono un’alimentazione sempre meno adeguata per mantenere un buono stato di salute e che si frapporrebbe efficacemente contro gravi patologie come il diabete, l’infarto, l’ictus e l’obesità e lo scarso movimento fisico che rende molti, troppi italiani sedentari e pantofolai a discapito del benessere.
 
Nel Rapporto comunque si punta il dito, a proposito dell’Italia che funziona in ambito sanitario, a quelle zone del Paese, prevalentemente al Nord che hanno fatto tesoro delle politiche sanitarie loro conferitole e che si vanno via, via, specializzando nella prevenzione oltre che nella cura delle malattie; un fatto questo che,oltretutto, si riverbera positivamente anche sulla spesa sanitaria annua del nostro S.S.N., al contrario del Sud Italia dove siamo ancora ben lungi dal raggiungimento di tali risultati.
 
E a tal proposito si evince bene come a guardare con attenzione i fatti, non esistono nel nostro Paese due Italie diverse, ma tante Italie che a macchia di leopardo offrono differenti servizi e che, soprattutto, spendono i soldi del contribuente in maniera molto disomogenea l’una dall’altra senza che, ahimè, maggiore spesa equivalga a migliori servizi per il cittadino. Del resto basta guardare le cifre per accorgersene laddove si evidenziano spese diverse da regione a regione in termini pro-capite che stanno in questi termini: dai 1.581 euro in Calabria ai 1.918 del Molise, fino ai 2.200 per la Provincia Autonoma di Bolzano. “Interessante – si legge nel lavoro – notare che nonostante tutto la spesa pro capite sta aumentando, segno di un continuo impegno a livello nazionale nell’investimento per la salute dei cittadini. Tra il 2006 e il 2007 la spesa sanitaria pro capite è infatti passata da 1.692 a 1.731 euro”.
 
E che nel Nord Italia la Sanità va bene lo testimonia il fatto che sempre più svizzeri valicano il confine e si fanno curare in Lombardia, una soddisfazione per coloro che negli anni hanno amministrato la cosa pubblica al meglio in un settore tanto delicato come la Sanità.