Secondo il rapporto annuale Mental State of the World 2020, redatto dal comitato internazionale Mental Health Million Project, L’anno scorso è stato molto duro per la salute mentale delle persone, risultando uno degli effetti collaterali più gravi della questione covid.
È stata analizzata l’influenza della pandemia sulla società, in particolare sugli aspetti della sanità e dell’economia per poi valutare come abbiano reagito psicologicamente le 49.000 persone dai 18 anni in su e provenienti da 8 paesi (Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, India e Singapore), che hanno costituito il campione di studio.
L’incertezza sul futuro, la crisi economica e l’isolamento sociale sono stati i fattori che più hanno minato il benessere delle persone. Sei in generale è calato del 8% rispetto al 2019, la categoria che ha accusato maggiormente il colpo, segnalando un calo sostanziale nel 48% dei casi, è la fascia d’età compresa tra i 18 e i 24 anni.
Secondo i dati raccolti dal questionario, in un punteggio che va da -100 a 200, il livello medio della salute mentale a livello globale si attesta a 66, registrando un -8% rispetto al 2019. Il dato che però più colpisce è che il punteggio degli over 65 sia 86 punti più alto rispetto a quello della fascia più giovane: in quest’ultima sono molto diffusi episodi di tristezza e stress, fatica a concentrarsi, calo dell’autostima e pensieri negativi.
I ragazzi sono particolarmente in difficoltà poiché è in questa fase della vita che si sceglie la strada da intraprendere e alla luce di questo momento storico, prendere una decisione è molto difficile a causa dell’incertezza, senza dimenticare che la pressione sociale non è però allentata.
Sempre secondo il rapporto, a livello generale, invece, a subire maggiormente il contraccolpo sulla propria salute mentale sono state le donne, alle quali è stata delegata la cura dei figli lontani dalla scuola oltre alla gestione della casa e al proseguimento del lavoro, senza avere un aiuto concreto. Questo ha aumentato i loro livelli di stress.
Molto male anche le persone non binarie, che durante la pandemia hanno sentito maggiormente isolamento, solitudine e assenza di riconoscimento diritti.