Salute: la situazione sanitaria degli immigrati in Italia

Il progetto Migrazione e salute fotografa una situazione sanitaria ancora fragile per gli immigrati in Italia: per le donne, in particolare, l'accesso alle cure è ritardato e sono molti i casi di malattie sessualmente trasmesse

La salute degli immigrati in ItaliaSi chiama “Migrazione e salute” il progetto promosso e finanziato dal Ministero della Salute e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) per fotografare la condizione socio-sanitaria degli immigrati nel nostro Paese. Iniziato nel 2008 terminerà a luglio 2010, ma dai primi dati stati presentati in questi giorni emerge una situazione ancora fragile.
UOMINI. Si scopre, infatti, che, tra gli uomini immigrati da Paesi definiti “a forte pressione migratoria” (ossia Europa Centro-Orientale, Africa, America centro-meridionale e Asia, fatta eccezione per Israele e Giappone), le cause di ospedalizzazione sono soprattutto traumi e fratture, seguite da appendiciti acute e bronchiti, mentre i maschi italiani e provenienti da Paesi a sviluppo avanzato finiscono al nosocomio soprattutto per problemi cardiaci.
 
DONNE. È il parto, invece, la principale causa di ricovero nelle donne immigrate da Paesi a forte pressione migratoria: la ricerca ha permesso anche di evidenziare come queste donne siano più a rischio di un accesso ritardato alle cure rispetto alle donne dei Paesi sviluppati, un rischio che cala con l’età, indipendentemente dalla provenienza. Avevamo già parlato del rischio di parti prematuri, maggiore per gli immigrati. In regime di Day Hospital, in particolare, il 41% di tutti gli accessi delle donne immigrate riguarda l’aborto, mentre la percentuale è ridotta al 4% per le migranti da Paesi a sviluppo avanzato. Queste ultime, inoltre, si differenziano per un’ospedalizzazione legata soprattutto a problemi cronici, come artrosi e insufficienza cardiaca.
 
MST. Un’attenzione particolare meritano le malattie sessualmente trasmesse (MST): dal 1990 al 2008 ci sono state circa 18 mila segnalazioni di infezioni contratte da non Italiani. In genere soprattutto eterosessuali con un basso livello di scolarizzazione, ma che fanno poco uso di droghe. Rispetto agli Italiani, sono interessati in misura maggiore da gonorrea, sifilide latente e clamidia, ma meno dall’HIV.
 
REGIONI. Qual è il livello di attenzione della sanità regionale verso gli immigrati? Quasi metà delle regioni italiane mostra, sempre secondo i dati emersi dal progetto dell’ISS, un alto livello di attenzione verso il tema della salute degli immigrati: l’eccellenza è in Puglia, almeno come pianificazione degli interventi, mentre in Calabria e Basilicata il livello delle politiche sanitarie è minimo e di scarso impatto per gli immigrati. Poca attenzione anche in Lombardia e si segnala una battuta d’arresto nel Friuli, in passato all’avanguardia.
 
DA FARE. Il progetto ha evidenziato, quindi, come ci sia ancora molto da lavorare per pianificare una politica sanitaria specifica, che garantisca una equità di accesso alle cure anche per gli stranieri. In particolare si dovrà lavorare molto sulla comunicazione e l’informazione degli immigrati: lingua e cultura differenti sono una barriera ancora da superare.
 
Immagine tratta da: Adnkronos.com