La rosolia è una delle malattie più temute nel corso della gravidanza poiché può determinare danni anche sul bambino.
La rosolia è una malattia che tendenzialmente colpisce i bambini, ma che può essere contratta anche dagli adulti. Se ciò avviene in gravidanza, però, può addirittura mettere a rischio il nascituro. Per questo le donne in dolce attesa devono prestare massima attenzione poiché il contagio al feto è molto elevato.
I danni per il piccolo, laddove venga contratta l’infezione, sono molto alti e per questo quella che è una malattia esantematica di tipo comune, si traduce in un incubo per le donne a una certa età.
Rosolia in gravidanza: quali sono i rischi
La rosolia è una malattia a trasmissione virale che viene contratta solitamente dai bambini nel periodo scolastico. Tuttavia il virus può arrivare anche dopo questo periodo, trasmettendolo dalla mamma al feto con conseguenze molto gravi che vanno dalla trasmissione della malattia al bambino a malformazioni gravi fino all’aborto.

Il rischio è stimato all’80% nel primo trimestre e dopo comunque non è esente del tutto. La prevenzione è sicuramente la strada principale: per questo oggi il vaccino è l’arma migliore. In Italia questa vaccinazione esiste dal 1972 ed è perfettamente sicura. Si stima, infatti, che ad oggi oltre il 90% dei bambini sia vaccinata, tuttavia il 10% delle donne oggi è ancora a rischio. Sicuramente rispetto al passato sono stati fatti passi da gigante ma non si è esenti del tutto dal rischio.
La diagnosi di rosolia viene fatta attraverso la valutazione degli anticorpi quindi classi G ed M. L’esame si fa in laboratorio e si può anche eseguire per sapere se si hanno o meno gli anticorpi. La rosolia non prevede una terapia. Quindi non c’è una cura: bisogna aspettare che passi e affrontare la sintomatologia in modo individuale. I rischi maggiori per le donne in gravidanza sono, appunto, di trasmettere la malattia al bambino che nascerà con questo virus. E quindi svilupperà una sindrome congenita.
Se l’infezione avviene nelle prime settimane di gestazione il rischio per il feto è al 90%, quindi elevatissimo. Solo dopo la ventesima settimana il rischio per le malformazioni si abbassa. Tra le problematiche ci sono problemi alla vista, sordità, malformazioni generali, ritardo mentale e danni agli organi interni.
Il vaccino contro Morbillo-Parotite-Rosolia viene somministrato in due dosi: la prima entro i 15 mesi e la seconda entro i 6 anni. Ed ha portato nel tempo ad una drastica riduzione dell’incidenza e quindi ad una progressiva risoluzione della diffusione.