Rapporto di coppia: ma il tradimento è davvero sempre un male?

Nel 60% dei casi di tradimento la relazione alternativa alla coppia dura più di un mese, nel trenta per cento dei casi anche più di tre mesi, secondo una statistica recente le coppie che non hanno mai dovuto fare i conti con la voglia di tradire non solo non esisterebbero affatto, ma sono anche quelle che meno funzionano, sulla breve distanza, un lecito dubbio allora: il tradimento può essere un fatto positivo oppure no?

Articolo aggiornato il 25 Aprile 2008

Tradimento
Una sorta di rivoluzione copernicana quella che emerge da uno studio recente che riguarda il rapporto sentimentale fra uomini e donne, nella diuturna ricerca, da che mondo è mondo, di interrogarsi sulla possibilità, fin’anche la necessità, di tradire o meno il proprio partner anche in presenza di uno stato di innamoramento o se la classica scappatella sia solo un’occasione come un’altra alla quale è difficile sottrarsi ma che si vive con la paura di essere scoperti e a cui si rinuncia solo per il rischio che si corre, fermo il fatto che tutti, prima o poi, saremo combattuti dalla tentazione di metterla in pratica, al punto che le possibilità di cadere noi stessi nella trappola sono molto meno rare di quanto si ritenga.
Secondo lo studio rilevato anche dai risultati di un sondaggio non esiste nessuna storia d’amore che resta avulsa dalla tentazione di una scappatella, ma, paradossalmente, situazione questa sempre più rara, visto che finire a letto per una notte, nonostante le credenze, è sempre meno diffuso, considerato che riguarderebbe 12 donne su cento e il 15% degli uomini, insomma, quando si tradisce il proprio partner lo si fa in maniera più completa, imbastendo storie parallele che, 60 volte su cento durano un mese e nel 30% dei casi si protraggono per più di sei mesi.
Dunque, nello spaccato moderno della nostra società, uomini e donne che vi fanno parte, sono sempre meno propensi ad una storia effimera e più inclini a tradire mogli o mariti per una storia che non si esaurisca sotto le lenzuola solo per una notte, semmai con la speranza, più o meno inconscia, che la scappatella duri molto più a lungo.
Cosa spinge al tradimento
Secondo i più recenti studi in ambito socio-psicologico, bisognerebbe stravolgere il significato della parola tradimento, non più visto come il bisogno sentito qua e là da parte dei due sessi di una storia appagante che superi i limiti di una quotidianità scontata e limitata, quanto invece la necessità che esso sia inquadrato all’interno di un vero e proprio sentimento che si libera nelle sue espressioni migliori proprio quando lo si mette in pratica e lo si vive a 360 gradi. Dunque, in questa sorta di riabilitazione di un comportamento censurabile sicuramente ma col quale prima o poi, traditi e traditori, dovranno fare i conti, bisogna considerare che, come una malattia a lunga incubazione, il tradimento inteso come l’atto finale di una spinta interiore che cerca una risposta, si accompagna a lunghi periodi di indifferenza all’interno della coppia, ad un vuoto fatto di silenzi nell’ambito del rapporto che fa perdere la stima in se stessi con ricadute psicologiche negative, comprese alcune malattie organiche del tipo delle malattie psicosomatiche.
Dunque il tradimento non più vissuto come l’estrema ratio per sfuggire dalla situazione o come un’arma spuntata di vendetta, ma spesso, un vero toccasana contro la depressione, un sentimento che ci fa sentire più vivi, desiderati, sicuri di noi stessi, insomma, l’amante è ciò che serve per guarire dalle frustrazioni, un antidepressivo che fa bene anche il fisico, atteso che esercita un’azione positiva anche a favore del sistema immunitario.
Certo, mai generalizzare, gli infedeli ad oltranza ad esempio, non cercano col tradimento la via d’uscita da una situazione fattasi stagnante, semmai la risposta ad un narcisismo imperante che finisce per soffocarli se non possono soddisfarlo, ecco che il consenso sessuale che derivi da una o più relazioni extraconiugali, oltretutto reiterate, finisce con l’appagare il proprio bisogno di approvazione inconscia qua e là ricercata.
L’infedeltà, un toccasana o un disastro per la coppia
Oggi fra gli studiosi del problema, l’infedeltà viene guardata con occhi più positivamente critici di un tempo, atteso che è sempre opinione più diffusa non demonizzare da parte della moderna psicologia l’infedeltà coniugale, anzi si tende persino ad ascriverle un ruolo positivo all’interno della coppia, meglio sarebbe virgolettare il tutto, nessuno studioso con questo vuol incitare al tradimento ma cerca, nel tentativo di spiegarlo, il ruolo che esso può avere all’interno di una coppia, quando troppo sembra scontato e già masticato e digerito l’iniziale focolare, complicità, desiderio di un tempo, ecco perché, l’infedeltà, in quanto tale, non è più vista come il disastro che una certa letteratura ed una visione dei costumi aveva delineato, anzi, può servire per comprendere fino a che punto il rapporto di coppia dal quale cerchiamo e diamo l’impressione di rifuggire, sia importante o se all’interno del nucleo s’è rotto qualche meccanismo in maniera reversibile o definitivamente irreversibile.
Questo non riabilità di certo e del tutto il “traditore”, perchè ci si aspetta da chi tradisce o non resiste all’infedeltà di essere sufficientemente responsabile per fare queste valutazioni e giungere ad una conclusione dopo un periodo di attenta riflessione, giudicando immaturo colui o colei che si lasciano cullare dalla situazione contingente senza riuscire a trarne alcun insegnamento presente e futuro, per sè e per la coppia all’interno della quale vive.
E’, infatti, opinione sempre più diffusa nel mondo scientifico che c’è anche nell’infedeltà il rovescio della medaglia, atteso che il tradimento, visto come quel toccasana, panacea per tutti i mali, a volte si tramuta in un’arma a doppio taglio capace, in chi la mette in atto, di rivelarsi un vero boomerang foriero di stress e depressione quando i sensi di colpa, le continue bugie, il senso di meschinità che assale l’artefice del tradimento stesso, diventano sentimenti ingestibili e di certo poco nobili e allora, magari si resta intrappolati in una situazione di stallo fra la moglie, il marito, a seconda i sessi e l’amante e non si sa più quale strada percorrere sperando soltanto che qualcuno/a delle due si decida e salvarci dal problema cui ci siamo cacciati e questo è sicuramente l’ultimo capitolo cui mai vorrebbero giungere gli infedeli, destinati invece molto spesso a subire le decisioni dei traditi, fatto sicuramente portatore di un senso di totale frustrazione e immancabile disfatta di ogni tentativo di uscire dalla mediocrità.
Detto ciò, voi come vi ritenete, fedeli o potenzialmente infedeli, scopritelo rispondendo al test allegato con una raccomandazione, fate il test da soli!
TEST: SIETE FEDELI O INFEDELI?

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